«Nevicherà ancora e farà freddo: piste agibili per altri tre mesi»

Gianni Marigo tira in ballo anche la statistica e incoraggia gli impiantisti Le serie dicono che a febbraio e marzo le precipitazioni sono maggiori 

l’esperto

«Le prossime precipitazioni, date per molto probabili, e le temperature che resteranno fredde, daranno ancora maggiore compattezza alla neve, per cui gli operatori dello sci potranno sperare ancora in due, se non in tre mesi di agibilità delle piste».

Lo assicura Gianni Marigo, direttore della sede Arpav di Arabba e uno tra i più autorevoli nivologi italiani.

Allora ha ragione Enrico Ghezze, anima del sistema Cristallo Faloria, a immaginare che le sue piste potranno rimanere aperte anche fino alla metà di maggio? «Statisticamente sì», risponde Marigo, «la coltre bianca già presente è molto compatta e, quindi, destinata a durare. È arrivata all’inizio di dicembre, quando di solito non nevica, era già pesante e la pioggia l’ha ulteriormente appesantita. Gli impiantisti hanno fatto benissimo a batterla e, appunto, a compattarla. Questo è un tesoro destinato a mantenersi. Poi le precipitazioni sono arrivati abbondanti ai primi del mese. E si sa che dicembre e gennaio sono piuttosto avari sul tema. Invece statisticamente nevosi sono sia febbraio e sia marzo, per cui non ci dovrebbe essere alcun problema in pista».

Sempre che i repentini cambiamenti climatici non scombussolino tutto, rialzando le temperature. Secondo Marigo, però, non dovrebbe succedere, almeno sino a fine mese. «A parte la neve ulteriore nella seconda parte della prossima settimana», precisa, « le temperature continueranno ad essere rigide e in questo modo il fondo si preserverà senza problemi».

Semmai, secondo il direttore di Arpav, qualche problema in più potrebbero averlo le Prealpi, quindi stazioni come Nevegal, Cansiglio, Croce d’Aune e Monte Avena. «In alta montagna non sono da mettere in conto pericolosi processi di fusione», aggiunge Marigo, che fa un primo bilancio quanto mai rassicurante delle nevicate finora verificatesi: sono state tra le più abbondanti degli ultimi 15 anni; solo nell’inverno 2013/2014 si è registrato qualcosa di analogo. A differenza di allora, però, oggi ci sono le premesse perché il fondo risulti, appunto, più durevole nel tempo. —



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