Nessuno reclama la salma dell’anziano: interviene il Comune

È il secondo caso dall’inizio dell’anno L’ente locale ha pagato la sepoltura 
Laura Milano

il caso

Un altro dramma della solitudine e della miseria: è quello che si è consumato alla metà di agosto quando un anziano è morto in condizioni di indigenza, senza parenti che ne reclamassero la salma. E in questa tragedia è stato coinvolto anche il Comune che ha dovuto provvedere ad un servizio funebre in sepoltura comune.

La salma è stata conservata in zona ad alta refrigerazione dell’obitorio fino a quando non è stato chiaro, da verifiche e controlli da parte dell’Azienda servizi alla persona, che nessun parente la avrebbe reclamata per sostenere le spese funerarie.

Il Comune che paga, in questi casi, è quello dove è avvenuto il decesso. Così Feltre, come si evidenzia nella determina del Comune, ha affidato con procedura diretta il servizio all’impresa funebre Zatta che ha proposto il preventivo più basso, 492 euro, per l’inumazione a salma intera nell’area comune di un cimitero frazionale.

È il secondo caso dall’inizio dell’anno in cui si cercano i familiari più vicini per grado di parentela e si sollecitano a provvedere alla sepoltura del congiunto. All’inizio anno era morto un giovane di origini straniere che risiedeva a Belluno ma era morto in ospedale a Feltre. Anche in questo caso l’uomo era indigente e la salma è stata conservata in obitorio fino a quando non sono scaduti i termini. Nel frattempo la direzione medica dell’Usl Dolomiti aveva rintracciato alcuni parenti, che prima avevano dichiarato l’intenzione di rimpatriare la salma al Paese d’origine, ma poi non avevano più dato segno di sé. Scaduti i termini della conservazione della salma in obitorio, la direzione medica aveva comunicato al Comune che era necessario procedere alla sepoltura temporanea, in attesa di ricevere indicazioni per il rimpatrio della salma.

La comunicazione era stata data a Feltre proprio perché la legge prevede che, nel caso in cui nessuno voglia disporre del defunto, è il Comune in cui è avvenuto il decesso a doversene occupare.

Ma in quel caso gli enti avevano raggiunto un compromesso: la spesa per l’inumazione, anche lì poco meno di cinquecento euro, era stata sostenuta dal Comune di ultima residenza, cioè Belluno. Feltre aveva però avviato l’intero procedimento, con le stesse modalità con cui si è organizzato per la sepoltura dell’anziano residente.

Di salme che attendono giorni in zone speciali dell’obitorio per indigenza personale o della famiglia, ce ne sono ogni anno in numero variabile. Quest’anno finora se ne contano due. Ma negli anni precedenti, si è arrivati anche a quattro casi. —



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