Nel vecchio stabile di Rfi la casa delle associazioni

ALANO DI PIAVE. Ridare vita allo stabile che un tempo era la sede operativa della stazione di Alano-Fener- Valdobbiadene, trasformarlo in una casa della cittadinanza attiva e destinarlo alla direzione di enti e associazioni per progetti e propositi comuni. È in questa direzione che vuole camminare il progetto “Come sassi nell’acqua”, un percorso volto alla creazione di una rete di cittadini responsabili che si adoperino nella promozione sociale, culturale e ambientale dei territori di Alano (comune capofila), Quero, Vas, Segusino, Valdobbiadene e Pederobba, i sei comuni aderenti assieme alle rispettive biblioteche, alle scuole e alle associazioni AriaNova, Drioghe a la stela, Libera e LiberoPensiero. Ma come per tutti i gruppi organizzati, una sede adeguata non può mai mancare. Ecco che entra in gioco la Rete ferroviaria italiana, proprietaria dello stabile, che la scorsa settimana ha incontrato le amministrazioni per fare una prima stima delle condizioni in cui si trova l’edificio. «La struttura è in disuso da parecchio tempo, ma non è messa malissimo», afferma il sindaco di Alano Serenella Bogana. «L’intenzione sarebbe quella di restaurarlo per metterlo a disposizione dei cittadini e delle associazioni di tutti e sei i comuni, essendo una stazione che gravita su un bacino ampio. Dalla Regione abbiamo ricevuto un contributo di 12 mila euro, speravamo in qualcosa di più ma vedremo di farceli bastare. I funzionari di Rfi ci hanno detto che sarebbero disposti a finanziare i lavori all’esterno, compreso il rifacimento del tetto, mentre a chi subentrerà spetteranno le spese di ripristino degli interni». Dividendo l’importo fra i vari interessati che si occuperanno della gestione del nuovo spazio, sarà più facile ammortizzare i costi e pagare così tutti i lavori. «La strada è ancora lunga», prosegue la Bogana, «siamo solo all’inizio e ci vorrà sicuramente qualche anno prima di realizzare il progetto, ma l’intenzione c’è. Quell’edificio è abbandonato da tempo e va recuperato». Il proprietario darebbe in concessione lo stabile attraverso la formula del comodato d’uso. «Lo spazio disponibile è tanto, e sono già stati pensati vari modi per riconvertirlo. L’idea più accreditata è che possa diventare un punto informativo di appoggio per le celebrazioni del centenario della Grande guerra. Un’alternativa è che si trasformi in un ostello, ma potrebbe anche diventare una casa delle associazioni. Le ipotesi fatte sono tante, se ne parlerà nei gruppi di lavoro, che si divideranno in una parte informativa e in un’altra più tecnica». Il primo incontro si è tenuto ieri sera, ed è stato anche il primo passo per trasformare un edificio abbandonato nella casa delle responsabilità comuni del basso Feltrino.
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