Muore in un fienile di Cima Sappada mentre maneggia la motosega

SAPPADA. Muore maneggiando una motosega. Andrea Casanova, 42 anni ha perso la vita nel fienile di famiglia, a Cima Sappada. L’attrezzo l’ha colpito al collo e l’uomo è morto dissanguato. Le cause della tragedia sono ancora in corso di accertamento da parte dei carabinieri della Compagnia di Cortina, coordinati dal capitano Cristiano Rocchi: le ipotesi vanno dal tragico incidente al disperato tentativo di togliersi la vita, in un momento particolarmente difficile, sul piano personale e anche professionale. È stato un vicino di casa ad accorgersi del corpo di Casanova riverso sul pavimento di quella che, in passato, è stata una stalla e ha ospitato degli animali, come in tante altre località di montagna.
Da una finestra di casa sua, ha intravisto una camicia a terra e immediatamente si è preoccupato di mobilitare i soccorsi. Appena scattato l’allarme, l’ambulanza è partita che erano le 15.54 e, quando ha raggiunto la borgata sappadina più settentrionale, sulla strada per le sorgenti del Piave, per Casanova purtroppo non c’era già più nulla da fare. Deceduto ormai da diverso tempo per dissanguamento, dopo una ferita che non poteva lasciargli alcuna speranza. Sul posto, sono arrivati anche il Soccorso alpino, i carabinieri di Santo Stefano di Cadore e i vigili del fuoco con l’autolettiga. Sono cominciate le prime indagini, per capire se si è trattato di una tragica fatalità oppure se le cause sono ancora più inquietanti.
Casanova potrebbe essere improvvisamente scivolato o aver perso l’equilibrio per qualche altro motivo o ancora aver perso il controllo di un attrezzo che è già di per sé può diventare molto pericoloso e, quindi, va gestito con grande attenzione. Ma gli investigatori non escludono nemmeno il gesto estremo. Non c’era della legna all’interno della struttura e, se aveva intenzione di tagliarne, non aveva ancora cominciato a farlo: la materia prima era all’esterno del fienile. Secondo la prima ricostruzione, l’uomo stava attraversando un momento difficile della propria esistenza, ma non avrebbe lasciato messaggi di alcun tipo alla famiglia.
Con la bella stagione, lavorava per una cooperativa, che si occupa di pulizie stradali, mentre d’inverno era spesso impiegato negli impianti del monte Siera. Sul versante sappadino di questa montagna che confina con il Friuli, proprio con partenza da Cima Sappada, sono presenti degli impianti di risalita che portano fino al rifugio omonimo a 1.600 metri di altitudine. Da qui, nascono alcune piste di sci alpino, collegate con quelle di Sappada 2000. In questo momento, Casanova non stava lavorando, per la mancanza di neve e questo può aver accentuato il disagio di una persona già molto sensibile e ultimamente anche introversa.
Non è ancora stata fissata la data dei funerali di Andrea Casanova. Si attende, innanzitutto, il nulla osta da parte della procura della Repubblica, una volta che le indagini saranno arrivate al termine. Sicuramente la comunità sappadina è attonita per una tragedia inaspettata, che ha colpito una famiglia fra l’altro molto conosciuta e stimata in tutto il territorio comunale e non solo in questa borgata di pochi abitanti, che si conoscono tutti e si chiamato per nome. Non sono mancate molte manifestazioni di affetto e vicinanza al papà Marino e alla mamma Natalina.
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