Motoslitte, la val Frison «è un circuito»

COMELICO. La Val Frison e Casera Razzo come circuiti da superbyke? E' quanto lamenta un autorevole esponente del Club Alpino Italiano che, avendo deciso di percorrere la valle per redigere una guida turistica, si è trovato, in una bella giornata di fine gennaio «immerso in un turbinio bianco scatenato da un'intera comitiva di ben dodici motoslitte».
Da qui l'idea di sollevare il caso e di coinvolgere Bruno Zannantonio Sagrestan, che del Cai regionale è il portavoce, e che riepiloga la vicenda prendendo spunto proprio dalla mail che gli è giunta.
Lo scenario è la splendida valle che, salendo da Campolongo, porta fino a Sauris, in Friuli; un percorso attualmente chiuso al traffico, e quindi ottimo tracciato escursionistico, con tutta la neve che è caduta nelle ultime settimane, per sci da fondo e ciaspole.
«Una valle veramente bella nella parte alta, dopo la chiesetta. L'ambiente», è scritto nella mail, «si fa maestoso e solenne, gravato dall'incombente versante del monte Cornon e impreziosito dal gioco di creste, guglie e campanili della Terza Media, della Terza Grande, della Croda Naje e della Creta di Mimoias. Dolcissime e panoramiche le radure di Casera Pian di Sire e Casera Campo. Una quiete sovrana accompagnata dallo scorrere del copioso torrente. Fin troppa, quasi una noia (scrive ironicamente, ndr), se non fosse per il vivace scorrazzare di motoslitte, che rompono il silenzio e segnalano con fermezza l'antropica presenza. Un via vai continuo». Inoltre, si legge ancora nella nota, «il vecchio sentiero dell'Altavia 6, che collegava Casera Campo con il valico di Cima Ciampigotto, è stato sostituito con una moderna e ampia forestale, facilitando il collegamento meccanico del rifugio Fabbro con Campolongo per la Val Frison. Fin che si tratta di una motoslitta a servizio di un rifugio, nulla da obiettare; un po' di prurito quando però a scorrazzare sono numerose motoslitte con piloti di varia estrazione. I più anziani educatamente rallentano e pure salutano, i più giovani sfrecciano in un turbine bianco. E' nelle cose; ma ancor più curioso l'incontro con un'intera comitiva di dodici motoslitte che avevano scrupolosamente arato la radura di Casera Campo; la comitiva era aperta e chiusa da centauri in divisa blu, con telecamera incorporata al casco. Non so se fosse una specie di scuola guida, una gita per ricchi villeggianti annoiati, un'iniziativa del dopolavoro ferrovieri e via dicendo».
Analoga scena più avanti, nella zona di Casera Razzo, dove – spiega ancora l'esponente del Cai – «le motoslitte traversavano la strada in prossimità della casera ed imboccavano la pista da fondo intitolata a Maurilio De Zolt per raggiungere Casera Mediana e scendere successivamente fino a Sauris. Sarebbe interessante intervistare qualche fondista, se ancora ne esistono o frequentano quei luoghi...».
Da qui la denuncia: le motoslitte sono un mezzo di trasporto sempre più frequente in montagna, e sempre più alla portata di parecchie tasche. E, per chi lo vuole, vi sono anche servizi di trasporto ad hoc, con tanto di siti internet che pubblicizzano il noleggio o il servizio, diciamo, “taxi”. Ma questo è consentito dalla legge? E quali sono i sistemi di sicurezza da adottare onde evitare rischi per i “pedoni”, siano essi dotati di sci da fondo o di ciaspole? Domande, per ora, che restano senza adeguata risposta.
Stefano Vietina
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