Morì una diciottenne l’amico ha patteggiato

La pontalpina Nicole Bergamo perse la vita a Jesolo nell’auto finita fuori strada Tredici mesi al ragazzo neo patentato che era alla guida della Musa

PONTE NELLE ALPI. Ha patteggiato un anno per l’omicidio colposo e un mese di arresto e mille euro di ammenda per la guida in stato di ebrezza Michael D’Altoè, il 19enne di Mareno di Piave che il 12 agosto provocò, a Jesolo, il terribile incidente che costò la vita alla 18enne Nicole Bergamo di Ponte nelle Alpi. I difensori del ragazzo, gli avvocati Benedetta Collerone Russo e Angelo Di Dio, hanno infatti raggiunto l’accordo con il pm di Venezia Paola Mossa e il giudice Alberto Scaramuzza ha letto ieri la sentenza.

L’incidente avvenne all’alba a poche centinaia di metri dalla discoteca «Il Muretto» di Jesolo. È qui che Nicole, assieme a quattro amiche, aveva affittato un appartamento per una settimana di vacanze. Giunto il sabato sera tutte assieme erano andate a ballare accompagnate da due amici in auto. Una nottata di gran divertimento, poi da poco passate le 6.30 tutti assieme decisero di fare uno spuntino dirigendosi così verso una paninoteca. Per non fare due viaggi salirono tutti e 7 in auto, ma percorsi soltanto 500 metri l’auto cominciò a compiere lunghe sbandate a zig zag. Una delle ragazze testimoniò in seguito agli agenti della polizia locale che si trattò di uno scherzo da parte del 18enne alla guida - con la patente da appena 15 giorni - ripreso da tutte le ragazze a bordo. Non fecero neppure in tempo a finire la frase, però, che l’auto finì con 2 ruote sul prato. Il giovane alla guida ne perse il controllo, la Lancia Musa derapò sul posteriore e subito dopo si capottò contro un albero nel fossato. Nelle indagini è in seguito emerso, tramite una perizia tecnica richiesta dal pm Mossa all’ingegner Mario Piacenti, che «l’incidente trovò causa esclusiva nel comportamento dell’indagato, il quale per cause in prima analisi legate allo stato psicofisico rilevato – dopo l’incidente risultò positivo all’alcol test con 1 grammo di alcol per litro nel sangue - e al comportamento tenuto di imperizia e imprudenza, perdeva il controllo della propria vettura che si trovava a marciare a circa 70 km/h, non riuscendo a mantenerla in carreggiata una volta innescato volontariamente una sequenza di scarti da destra a sinistra, e viceversa, messi in atto per diletto al fine di percorrere un tratto di strada zigzagando». I legali dell’imputato hanno invece presentato una consulenza nella quale risulterebbe che l’auto abbia avuto improvvisamente un problema a uno pneumatico a causa di un chiodo.

Dopo l’incidente il padre, la sorella e la nonna di Nicole si sono affidati a una società specializzata in risarcimento danni, la Giesse Gestione Sinistri, che ha chiuso in via stragiudiziale le procedure risarcitorie.

Giorgio Cecchetti

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