Morì mentre stava andando al lavoro: un’auto invase la sua corsia di marcia

Chiuse le indagini sull’incidente che costò la vita al motociclista di Castellavazzo Nicola Valmassoni. Indagato un automobilista padovano

Gigi Sosso
Il momento dell'invasione della corsia da parte dell'automobilista
Il momento dell'invasione della corsia da parte dell'automobilista

Morì mentre stava andando al lavoro in moto. Ma nessun sorpasso azzardato e manovra avventata da parte di Nicola Valmassoni: il pubblico ministero Alberto Primavera ha chiuso le indagini con un avviso di garanzia a carico di M.C., un 50enne della provincia di Padova, residente a Rubano, che alle 6.20 di quel 17 luglio dello scorso anno perse il controllo della sua Skoda Octavia all’uscita della galleria Termine e invase la corsia opposta proprio mentre stava arrivando il 29enne di Castellavazzo in sella alla sua Ducati Monster.

Fondamentali, nella ricostruzione della dinamica, le telecamere di videosorveglianza di Anas poste all’imbocco della galleria. Dalle immagini visionate dal magistrato si vedono chiaramente l’invasione della corsia nord e l’inevitabile schianto: dopo la curva, l’autista di autobus della Se.Am di Cortina si trovò davanti l’auto e non riuscì a evitarla. Cadde e colpì diverse volte il guard rail riportando delle ferite che purtroppo non gli lasciarono scampo.

La famiglia Valmassoni si è affidata a Giesse Risarcimento danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali: “Eravamo certi che non fosse colpa di Nicola”, dice Emidio. Purtroppo, quando avvengono incidenti stradali di questo tipo, il dito viene puntato sempre contro il motociclista ma nostro figlio non è mai stato spericolato con la moto e quelle voci sono state per noi delle coltellate al cuore, già fortemente provato per quanto accaduto. Ora speriamo che la giustizia faccia il suo corso”. Ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio per l’indagato, che è difeso dall’avvocato Monica Bortolotto.

Giesse Risarcimento danni, invece, è rappresentata dall’avvocato Nives Zanon: “Dalla consulenza tecnica affidata all’ingegner Andrea Calzavara è emerso che l’automobilista guidava ad almeno 90 chilometri orari; quindi, ben oltre il limite consentito su quel tratto di 70 km/h – spiega Gennaro Pisacane, responsabile della sede di Giesse a Belluno – Probabilmente, una volta uscito dalla galleria, non è stato in grado di mantenere la guida dell’auto e ha invaso la corsia opposta. Il consulente tecnico ha sottolineato che l’assenza di qualsiasi tentativo di frenata o di correzione della traiettoria da parte dell’automobilista può essere spiegata solo con un colpo di sonno o con una distrazione dello stesso, oltre che naturalmente con l’elevata velocità. Siamo soddisfatti che sia emersa la verità su questa terribile tragedia”, conclude Pisacane, “tuttavia, per i familiari, è una magra consolazione perché quel giorno hanno perso un figlio, un fratello, un nipote e un compagno di vita che nessuno riporterà più indietro”.

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