Minacce con un coltello «Io vi taglio la gola»

Un 28enne di Domegge condannato a sei mesi per la frase rivolta a due stranieri e a quattro mesi per aver tirato fuori dalla tasca dei pantaloni una lama
Di Gigi Sosso

DOMEGGE. La legge la facciamo noi. «E se vi fate ancora vedere, vi taglio la gola». La legge uguale per tutti l’ha condannato a sei mesi di reclusione e quattro di arresto, anche se il giudice Riposati non ha ritenuto valida la contestata aggravante razzista. Mario Barbagallo, 28 anni di Domegge, aveva detto quella frase a due marocchini di nome Ahmed e Hassan Loufti, accompagnando la minaccia con un coltello lungo circa 25 centimetri, che aveva preso dal laboratorio di panificatore. La scena è avvenuta il 3 gennaio 2011, a Domegge e c’è una spiegazione: «Abbiamo picchiato vostro fratello, perché è un ladro».

Un paio di giorni dopo, c’era stato un altro incontro pericoloso. Stavolta lo stesso imputato era con un ragazzo minorenne e aveva esclamato: «Marocchini di m...., andate via, perché noi siamo la legge e vi tagliamo la gola», nei confronti di Rachida e Mohamed Loufti. Barbagallo aveva tirato fuori un coltello con una lama da dieci centimetri dalla tasca dei pantaloni, mentre il più giovane aveva mimato il gesto del taglio della gola. La famiglia di maghrebini aveva fatto denuncia alla più vicina caserma dei carabinieri e si è arrivati al processo per le imputazioni di minacce aggravate, ingiurie con l’aggravante della discriminazione razziale e la violazione della legge 110 del 1975 per aver portato all’esterno della propria abitazione un coltello con la punta acuminata e con una lama di una decina di centimetri, che avrebbe potuto offendere i suoi interlocutori.

Consumata la fase istruttoria, ieri mattina si è svolta la discussione, anche sulla base del fatto che, in un secondo momento, la querela per le ingiurie è stata ritirata e per questo reato non si procede d’ufficio. Il pubblico ministero Rossi aveva ritenuto provata la responsabilità penale dell’imputato, chiedendo una condanna a nove mesi. Il difensore Hofer non poteva certo trovarsi d’accordo con questa tesi, infine il giudice Riposati è uscito dalla camera di consiglio con una sentenza di non doversi procedere per l’ingiuria e di condanna a sei mesi complessivi di reclusione per le minacce e quattro mesi di arresto per la contravvenzione relativa all’arma bianca appuntita e tagliente. Niente aggravante per la discriminazione razziale, che avrebbe comportato una sentenza più pesante.

Novanta i giorni richiesti per il deposito delle motivazioni, sulla base delle quali la difesa deciderà se presentare o meno appello.

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