Mido, un banco di prova per 50 aziende bellunesi: «Export e dazi di Trump le incognite del settore»

Le occhialerie bellunesi guardano con fiducia al grande appuntamento invernale:

«Ci saranno tanti visitatori stranieri, un’occasione per ripartire di slancio»

Francesco Dal Mas
La Mido torna a Milano dall'8 al 10 febbraio
La Mido torna a Milano dall'8 al 10 febbraio

La Mido è il Capodanno dell’occhialeria. Dal Salone di Milano, in agenda dall’8 al 10 febbraio a Fieramilano Rho, si capirà se il rallentamento, soprattutto nell’export, registrato nel secondo semestre 2024, è stato passeggero oppure no. E in particolare se i temuti dazi di Trump comporteranno ulteriori difficoltà proprio negli Usa.

Una cinquantina le occhialerie bellunesi presenti. «Il Mido non è solo un punto di partenza commerciale», sottolinea Barbara De Rigo, direttore Marketing e Comunicazione di De Rigo Vision SpA, «qui si incontrano e si condividono vari interessi. Si pensi solo alla creatività o all’uso dei materiali. Certo, immagino che il primo interesse di tanti colleghi, specie bellunesi, sia di capire se il mercato tedesco si riprenderà». E quali saranno le prospettive in campo americano. Senza contare che il Mido, da sempre, «è una grande vetrina, anzi la più importante al mondo per il settore», in cui saranno esposte tutte le novità.

La Camera di Commercio ha quantificato una riduzione dell’export su base annua del -4,2%, prevalentemente nel mercato americano. «È vero, i dazi annunciati dal neopresidente americano, Trump ci hanno posto in fibrillazione, considerata appunto la situazione», ammette De Rigo. «Considerata la relazione fra Trump e la nostra presidente del Consiglio, ci si augura che Oltreoceano non ci riservi chissà quali sorprese».

Il Mido, da questo punto di vista, consentirà di tastare il polso. «In ogni caso», aggiunge la direttrice marketing di De Rigo, «osservare il bicchiere mezzo vuoto non aiuta. Bisogna partire positivi se vogliamo darci forza. E sinceramente sono convinta che l’occhialeria bellunese non andrà incontro alle conseguenze che stanno registrando altri comparti».

È una filosofia, quella di Barbara De Rigo, che viene condivisa da Nicola Del Din, ceo di Blackfin, innovativa azienda di Taibon Agordino. I dati lo giustificano. «Siamo entusiasti di iniziare il 2025 con slancio, dopo un 2024 straordinario che ha visto una crescita del 15%. L’espansione della nostra rete distributiva è stata un pilastro di questo successo, con l’apertura di una filiale negli Stati Uniti, in Texas, a marzo 2024, e il lancio di 11 nuovi agenti diretti sul territorio. Questo ci ha portato a contare quasi 50 agenti diretti a livello globale, con un focus crescente su mercati strategici come gli Stati Uniti».

Altro che flessione dell’export, dunque. O paura dei dazi. «Nonostante il contesto economico incerto e le complicazioni geopolitiche, siamo fiduciosi e prevediamo una crescita ulteriore del 13% nel 2025, avvicinandoci ai 17,5 milioni di ricavi. Questo entusiasmo si riflette anche nella nostra partecipazione a Mido, la principale fiera della primavera e un momento cruciale non solo per le vendite, ma anche per le relazioni e il marketing». Del Din si dice «molto soddisfatto della nostra gamma di prodotti, che si distingue per modernità, completezza e appeal internazionale. Il mercato è sfidante, ma siamo certi che l’offerta globale di Blackfin, combinata con i grandi passi avanti nella rete distributiva, continuerà a essere un elemento vincente».

Erminio Da Vià è il presidente della Sezione occhialeria, Moda e Sport di Confindustria Dolomiti Belluno. «Noi bellunesi ritorniamo al Mido con la convinzione di poter mantenere l’eccellenza dei nostri prodotti e preservare quella logica di Distretto che ci ha permesso di crescere accanto al territorio. I numeri lo confermano: dei circa 19 mila lavoratori italiani nell’occhialeria, quasi 13 mila sono impiegati nelle aziende bellunesi», ci dice.

Il valore aggiunto è quello di Lorraine Berton, presidente di Anfao. «Certo, ci preoccupa il rallentamento dell’export, dovuto prevalentemente alla Germania e aglI Usa. Ma siamo fiduciosi che per quanto riguarda i dazi possano prevalere le buone relazioni istituzionali».

Le Occhialerie di Confindustria Belluno Dolomiti, tornano a chiedere, come peraltro un anno fa, di sostenere le politiche della crescita, incentivare gli investimenti e l’accesso al credito, temi cruciali per l’occhialeria e ancora più urgenti per le imprese che operano in contesti fragili e delicati come quelli montani.

Elvio Reolon, numero uno di Polar, si dice anche lui fiducioso. «Ci hanno anticipato che quest’edizione del Mido sarà visitata da un sacco di operatori provenienti da tutto il mondo. Le difficoltà di mercato ci sono state, è evidente che la minaccia dei dazi può far paura a chi opera negli Usa, ma per la verità riscontro altri mercati molto reattivi: le aziende bellunesi non si fermano di fronte alle difficoltà, cercano con dinamismo nuovi mercati oltre a quello tradizionali».

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