“Mici Dolomitici” trova una sede

Con il sostegno del Comune le volontarie aiuteranno i gatti senza una casa

AGORDO. Non diventerà un gattile, ma è sempre meglio che niente. Grazie al Comune, l’associazione “Mici Dolomitici” avrà presto una nuova sede. Un bel piano terra in centro al paese dove poter radunare le proprie carte, ammonticchiare le pappe da distribuire alle colonie feline ma soprattutto accogliere gli animali abbandonati, soprattutto cuccioli o ammalati.

«Fino all’ultimo abbiamo sperato in qualcosa di più adatto per allestire anche un piccolo rifugio, ma non importa, il Comune è stato comunque molto gentile nel concederci questa sistemazione», afferma la presidente Roberta Giummarra, «anche se non riusciremo a creare un gattile potremo comunque accogliere i gatti in transito prima di creare uno stallo pre adozione, in modo da abituarli gradualmente a stare in casa».

Lo spazio è di fortuna, nel senso che è ammalorato ed è rimasto chiuso per molto tempo. Se ne stanno occupando alcuni volontari nel tempo libero e parte del materiale utilizzato per la ristrutturazione, che durerà qualche mese, è già stato donato agli 8 volontari attivi dell’associazione. Anche perché dev’essere tutto a norma e disinfettabile al 100 per cento.

L’associazione si occupa delle colonie di tutto l’Agordino, ma anche di Rocca Pietore, dove si contano un’ottantina di bestiole, Falcade, Gosaldo, Tiser e limitrofi. «Dei vari nuclei si occupano anche molti gattari», dice la presidente. «Il problema nasce quasi sempre dai padroni che non sterilizzano i propri animali e che poi finiscono per non prendersi in carico il problema. Per tutto l’Agordino si contano almeno 300 gatti abbandonati che noi cerchiamo di gestire meglio che possiamo, ma purtroppo non mancano i casi, sempre meno isolati, di persone che invece di sostenerci ci ostacolano, anche gettando in giro bocconi avvelenati».

L’ultimo caso risale a poco tempo fa. «Abbiamo fatto la segnalazione alla forestale», annuncia, «è da tempo che cerchiamo di combattere questa ignoranza per insegnare a gestire il problema in un altro modo. La soluzione è coinvolgere la comunità con azioni condivise, altrimenti anche tutto il nostro lavoro diventa inutile». L’associazione è nata nel 2012 con un altro nome e da allora si occupa di accudire gli animali in difficoltà e di assistere le famiglie affidatarie: «Vogliamo sensibilizzare i cittadini ad ospitare gatti e cani in transizione», sottolinea, «l’impegno non è gravoso, visto che poi gli animali verranno adottati, e la soddisfazione lo assicuro io è davvero grandissima».

Francesca Valente

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