Medici in pensione reclutati per la campagna vaccinale

/ belluno
L’Usl 1 Dolomiti insieme al Dipartimento di Prevenzione sta lavorando alacremente per trovare il modo migliore per contattare gli over 80 destinati alla vaccinazione.
La modalità delle lettere, suggerita dalla Regione per invitare gli ultraottantenni alla immunizzazione, potrebbe avere dei limiti nel tempo necessario di consegna. Già durante la campagna antinfluenzale c’erano stati alcuni ritardi nel recapito, che avevano creato alcuni disagi. Visto che si deve fare i conti con un ritardo di tre settimane rispetto all’iniziale piano vaccinale per la carenza di flaconi forniti, trovare un mezzo più veloce e sicuro per raggiungere gli over 80 potrebbe dare una spinta in più alla profilassi. «Entro la settimana l’azienda sanitaria procederà all’aggiornamento del piano vaccinale per poi partire con i passi conseguenti. Nel frattempo, in questi giorni, completeremo le seconde dosi a chi ancora non l’ha ricevuta», fanno sapere dall’Usl.
la proposta
Per il sindacato dei pensionati della Cgil, la chiamata degli anziani da parte del medico di famiglia, «che conosce già le patologie e i problemi di ciascuno assistito e quindi può già distinguere tra chi mandare al centro vaccinale o chi invece va immunizzato in casa», sarebbe la strada migliore secondo Maria Rita Gentilin, a capo dello Spi che aggiunge: «Gli over 80 in provincia sono oltre 16 mila e molti non sono autosufficienti per cui sarà necessario mettere in piedi un sistema ad hoc per raggiungere tutti. La sperimentazione di Cavarzano, a mio parere, è stata l’optimum. Anche in quel caso sono stati i singoli medici di base ad avvisare telefonicamente i loro pazienti. Credo che la chiamata sia il metodo migliore anche perché molti hanno bisogno di sentire una voce amica che spieghi loro come fare e magari dare qualche rassicurazione in più in merito al vaccino stesso. Poi se a chiamare è il medico di medicina generale o il personale del Dipartimento di Prevenzione va bene lo stesso, l’importante è comunicare con gli anziani».
Gentilin si dice preoccupata anche per l’ennesimo slittamento in avanti della campagna di immunizzazione per le persone tra i 75 e i 79 anni. «Stiamo parlando di fasce di popolazione già fragili e quindi maggiormente a rischio di contrarre il virus. Virus che il più delle volte esordisce con sintomi molto pesanti in questi anziani. Quindi c’è necessità di accelerare la profilassi contro il Covid-19 su questi soggetti. Capiamo che non dipende dall’Usl la situazione che si è creata, e che anzi la nostra azienda sanitaria era partita molto bene con la campagna, ma questo stop, dovuto alla scarsità di vaccini non ci voleva proprio», dice Gentilin.
medici in pensione in aiuto
In attesa di riavviare la macchina dell’immunizzazione anche per le prime dosi, l’azienda sanitaria ha deciso di conferire a nove medici tra ospedalieri e del territorio ora in pensione, un incarico all’interno della campagna vaccinale. Questi professionisti si sono detti disponibili, a titolo gratuito, a collaborare nella profilassi. Sono i medici di famiglia dell’Usl 1 Giuseppe Barillà, Giorgio Mongillo, Giulio Pirolo, Paolo Pellegrini a cui si affiancheranno i colleghi Damiana Brunello, Silvia Cocito provenienti da altre aziende sanitarie. Per quanto riguarda il personale ospedaliero in pensione daranno una mano anche Alessandro Bordin ex specialista in radioterapia, Giovanna Cellini specialista ambulatoriale di altre azienda e Gabriele Risica cardiologo di un’altra Usl. —
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