Medici e infermieri in ferie all’estero saranno sottoposti al test del tampone

Una decisione per difendere ospedali e case di riposo. Sindacati d’accordo con la Regione: «Prima la sicurezza» 
1 maggio 2020.Tamponatura agli abitanti di Vò Euganeo. Nella foto: il tampone.
1 maggio 2020.Tamponatura agli abitanti di Vò Euganeo. Nella foto: il tampone.

BELLUNO

La sicurezza all’interno delle strutture che ospitano malati o anziani (ospedali, ospedali di comunità, hospice e case di riposo) viene prima di tutto. Per questo motivo la Regione, con una delibera datata 21 luglio, ha deciso di sottoporre a tampone tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri o tecnici) che hanno effettuato le proprie vacanze all’estero.

«Si tratta di una decisione necessaria», spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 1 Dolomiti, Sandro Cinquetti. «Se da un lato c’è la necessità del sistema sanitario di garantire gli organici necessari per l’operatività dei servizi, dall’altro esiste il problema della sicurezza. Così è stato deciso di sottoporre a tampone l’operatore sanitario che rientra dalle ferie all’estero, prima di tornare al lavoro».

Operatore che dovrà restare a casa il tempo necessario per avere il referto del test: «Il tampone verrà segnalato direttamente al Laboratorio analisi perché abbia un percorso privilegiato e rapido. Se l’esito dovesse risultare negativo, il dipendente tornerà subito al suo impiego, altrimenti dovrà restare in isolamento». Anche se il primo tampone eseguito nel cosiddetto “tempo zero”, cioè prima di riprendere servizio, dovesse risultare negativo – tiene a precisare Cinquetti – «l’operatore dovrà continuare ad autocontrollarsi, in caso di comparsa di sintomi anche lievi simil Covid, dovrà autosospendersi dal lavoro».

Il sistema sanitario ha necessità di garantire personale in salute, che non sia fonte di contagi per le persone fragili che assiste. Per questo motivo il lavoratore, dopo 5-7 giorni, dovrà essere nuovamente sottoposto al test nasofaringeo. «Questo perché il coronavirus ha un tempo di incubazione tra i 5 e i 7 giorni: ripetendo il tampone dopo questo lasso di tempo, se il virus fosse presente, sarebbe subito individuato».

Convinti della bontà del provvedimento anche i sindacati di categoria. «Anche se non conosco direttamente questa nota», sottolinea Luca Barutta di Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri, «sono convinto che sia necessario fare tutto ciò che serve per evitare contagi all’interno di strutture di cura».

Dello stesso avviso i rappresentanti di Fp Cgil e Cisl di infermieri, operatori socio sanitari e tecnici. «È importante che il personale sia testato a tutela non solo della propria salute, ma anche e soprattutto di quella dei pazienti», dicono Mario De Boni e Andrea Fiocco. «Tra l’altro proprio ieri una mia iscritta di ritorno da un viaggio all’estero, che non conosceva questo provvedimento, è stata spedita direttamente a fare il tampone e poi rinviata a casa in attesa dell’esito».

Per Cinquetti questa decisione regionale serve a evidenziare comportamenti corretti e consoni alla presenza di una pandemia di chi opera nel settore sanitario. «Questa nota è un sottile invito agli operatori sanitari a non affrontare viaggi all’estero “pericolosi”. Il momento è delicato, se riusciamo a contenere il più possibile eventuali contagi intervenendo con tempestività e forza nei casi di positività, diventa più semplice tenere sotto controllo questo virus». —

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