Max Vergani: «Silenzio che urla Senza pubblico è tutt’altro sci»

Il capo ufficio stampa della Fisi è nell’ambiente da ormai 25 anni «Attorno alle gare ruotava una festa. Quell’ambiente ci manca» 

l’intervento

«C’è un silenzio assordante, mancano il frastuono, le grida di incitamento, il tifo il calore e il colore che vedevamo ad ogni tappa di Coppa». Max Vergani, capo ufficio stampa della Federazione degli sport invernali, racconta le gare di Coppa del mondo di sci senza pubblico.

Quello che, in sostanza, si vivrà a Cortina con i Mondiali che si terranno dal 7 al 21 febbraio. Vergani, ormai da 25 anni, prima come giornalista sportivo e poi come ufficio stampa della Fisi, segue i campioni e le campionesse dello sci alpino nelle varie tappe di Coppa, ai Mondiali e ai Giochi olimpici; può dunque descrivere con competenza il clima delle gare che si stano svolgendo in piena pandemia da Covid-19 a porte chiuse, senza pubblico.

«L’impianto di gara è sempre lo stesso, ad ogni tappa di Coppa», racconta, «piste, tracciati, organizzazione e logistica funzionano sempre bene o benissimo a seconda dei luoghi. Certo, è diventato tutto più burocratizzato, macchinoso, e poi manca tantissimo il pubblico. C’è un silenzio assordante a cui non eravamo abituati. Da anni gli standard organizzativi delle varie tappe di Coppa o dei Mondiali erano sempre molto alti e non c’erano mai solo le gare. C’era un ricchissimo calendario di eventi collaterali, vivace, divertente e rumoroso. Dalla musica a bordo pista, alle feste nelle piazze per le consegne dei pettorali o le premiazioni; dalle tende per sponsor e pubblico con offerte culinarie di prima scelta a momenti di intrattenimento organizzati nei paesi. C’erano sempre numerosi fans club che arrivavano colorati, con bandiere, striscioni, campanacci, trombe e altro. Oggi questo non c’è; e manca, inutile negarlo».

Le gare si stanno svolgendo tra numerosi cambi di sede, in sicurezza, con un’unica dimensione che è quella televisiva.

«Tutti coloro che fino allo scorso anno venivano in pista», prosegue Vergani, «oggi seguono le gare in televisione e ci sono dei veri e propri record di ascolto. A noi tutti però ovviamente manca tanto il pubblico» .

La sicurezza e la tutela della salute restano al primo posto e quindi in pista ci sono poche persone; e tutte effettuano puntuali screening.

«È aumentata la parte burocratica per chi lavora», rileva Vergani, «si eseguono i tamponi e l’esito negativo va inserito in appositi server collegati alle organizzazioni di tappa. Dall’inizio della Coppa ho già fatto una ventina di tamponi. Si sta attenti, distanziati, si rispettano le regole che ogni località mette. Non è la stessa cosa di prima. L’auspicio è che l’anno prossimo si possa tornare al vecchio modo di vivere lo sci e le e sue gare. Con la pandemia in corso per quest’anno non c’è alternativa, ma è un vero peccato, inutile negarlo».

Ai Mondiali di Cortina non ci saranno le feste ai piedi del campanile né a i parterre d’arrivo, mancherà il pubblico e non sarà attuato il ricco calendario di eventi collaterali che la Fondazione aveva in progetto. —



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