Marocco, Ucraina e Cina le comunità più numerose

Diffusi i dati della presenza degli stranieri extracomunitari nel Bellunese Sono oltre 12.300: domani prende il via la festa dei popoli con la mostra diffusa

BELLUNO. Arriva dal Marocco la maggior parte degli extracomunitari residenti in provincia di Belluno.

La comunità marocchina con le sue 1514 presenze è la più numerosa, seguita a ruota da quella ucraina (1126) e cinese (931). I dati vengono dal coordinamento rete immigrazione della Provincia di Belluno, un servizio che raggruppa tutte le associazioni che si occupano di migranti nel nostro territorio e che rientra fra i soggetti che hanno collaborato all'organizzazione della rassegna “Il gusto dell'altro”.

Le iniziative che anticipano la festa dei popoli, in programma domenica al centro Giovanni XXIII, scatteranno domani con l'inaugurazione della mostra diffusa di ricette dal mondo e gli aperitivi etnici accompagnati da una maratona di letture nei locali di via Mezzaterra, piazza delle Erbe e piazza Mazzini.

Gli extracomunitari sono poco più del 5 per cento della popolazione che vive ai piedi delle Dolomiti: 12.320 secondo le ultime rilevazioni. «In questi ultimi anni è molto aumentata la presenza di donne e bambini, in seguito ai ricongiungimenti familiari», spiega la responsabile del coordinamento e referente per l'area immigrazione del piano di zona dell'Usl 1 Milena Maia.

Ad oggi la popolazione extracomunitaria è formata da 6808 femmine e 5512 maschi. Dopo il trittico Marocco, Ucraina, Cina, al quarto posto ci sono i macedoni (778), poi moldavi (661), croati (476), kossovari (461), bosniaci (203), brasiliani (154), indiani (142), nigeriani (133), dominicani (132), camerunensi (104) e filippini (102). Meno rappresentate ma ugualmente presenti le comunità tunisine, cubane, argentine, cilene e del centro America.

«La popolazione extracomunitaria è varia e diffusa dal Cadore al basso Feltrino», continua Milena Maia. «La prima difficoltà che incontrano gli stranieri che si trasferiscono in Italia è quella linguistica. Imparare l'italiano è il primo passo per inserirsi nella società e le associazioni che fanno parte della rete contribuiscono organizzando i corsi necessari». Poi inizia la ricerca del lavoro. «Molti extracomunitari sono impiegati in fabbrica, altri nell'edilizia, specie i macedoni», prosegue la Maia. «Ma c'è anche chi lavora nella sanità o nel settore dei servizi. Alcuni immigrati si sono trasferiti in Italia per completare gli studi o specializzarsi». Il coordinamento della rete immigrazione si adopera per offrire a tutte queste persone un aiuto per inserirsi nelle comunità dove vivono. Al momento è impegnato in un progetto legato alla salute e fra un paio di mesi in Provincia ci sarà anche un ufficio apposito per ricevere le persone e offrire un supporto nelle varie problematiche.

Per ora il servizio è raggiungibile telefonicamente al 346 6009060. «Tutte le comunità sono ben integrate nel tessuto sociale», conclude la Maia. «Quelle asiatiche, però, tendono a rimanere un po' chiuse, a non partecipare alle iniziative della rete». Da qui l'invito a prendere parte alla festa dei popoli, un'occasione per trascorrere una giornata divertente, a contatto con tante culture, ma anche per uscire dai confini della propria comunità di riferimento.

Alessia Forzin

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi