«Marciapiedi solo sulle strade urbane»

BELLUNO. Marciapiedi solo sulle strade urbane. Nella lista dei testimoni della difesa curata dall’avvocato milanese Raffaella Rizza, anche il consulente Vittorio Domenichelli, professore di diritto...

BELLUNO. Marciapiedi solo sulle strade urbane. Nella lista dei testimoni della difesa curata dall’avvocato milanese Raffaella Rizza, anche il consulente Vittorio Domenichelli, professore di diritto amministrativo, che ha basato il suo elaborato su quello che recita il Codice della Strada: «Le strade urbane devono essere dotate di banchine e marciapiedi, mentre in quelle extraurbane come il tratto in cui è avvenuto l’incidente, questi ultimi non sono previsti. La tutela primaria nei centri abitati è per gli abitanti e a occuparsene dev’essere obbligatoriamente il Comune. Mentre fuori va privilegiata la circolazione veicolare, la fluidità del traffico. L’Anas non ha competenze sulle fermate dei bus: nelle strade extraurbane, sono in capo al Comune o alla Provincia, a seconda del tipo di trasporto pubblico. Per fare degli interventi, lo stesso Comune fa richiesta all’Anas».

Una prassi questa confermata anche da Fabio Arcoleo, capo compartimento Anas per l’Emilia Romagna e Sandro D’Agostini, che all’epoca era direttore operativo per Belluno di Veneto Strade e adesso si occupa dei Mondiali di sci di Cortina 2021. È l’ente locale a presentare la domanda, che può essere accettata o meno, tenendo sempre come priorità assoluta la sicurezza della circolazione.

Sentito anche il capocentro Anas, Guido Borelli, che ha parlato di un incontro richiesto dal Comune all’azienda: bisognava risolvere il problema di Giamosa e lo si è fatto con la passerella metallica.

I genitori di Martina Bonavera, Francesco e Linda Sabatini si sono costituiti parte civile con l’avvocato trevigiano Chiara Tartari. (g.s.)

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