Manca l’acqua, si incatena per protesta

Davanti al teatro comunale di Belluno, un uomo di San Pietro in Campo si è incatenato per protestare. Da 36 anni ha l’acqua a singhiozzo in casa sua, zona aeroporto

Si è incatenato al leone di San Marco davanti al teatro comunale, con un cartello di protesta appeso al collo. Ed è rimasto lì per lunghe ore, in una fredda mattinata di gennaio, per protestare contro il Comune e contro il Bim Gsp: contro coloro che in 36 anni non sono riusciti a risolvere il problema dell’acqua in casa sua.

Ermando De Vettor, 74 anni, abita in via San Pietro in Campo, zona aeroporto.

«La mia è l’ultima casa in fondo alla strada» racconta. «Una casa dove l’acqua arriva a singhiozzo, quando arriva, con colpi di ariete nelle tubature, con una pressione bassissima, a volte caldissima a volte gelida. Ho cambiato i miscelatori, ci ho speso dei soldi, ma non cambia nulla. Vengono a casa mia a controllare e si limitano a dare un’occhiata al contatore, senza risolvere il problema. L’altro ieri ho detto ai tecnici del Gsp che andassero fuori di casa mia. Sono stufo di essere preso in giro».

De Vettor aveva annunciato ai giornali l’intenzione di protestare in maniera così clamorosa e inusuale ancora venerdì. «Mi lego al leone di pietra davanti al teatro comunale», aveva detto.

Detto e fatto. Ieri mattina alle 9 ha iniziato la sua protesta, legandosi con una catena e un lucchetto al monumento del leone. Al collo ha attaccato un cartello molto chiaro: «Via San Pietro in Campo senz’acqua da 36 anni. Prima il Comune poi il Bim enti inutili. Fate schifo politici ladri e incapaci. Che Dio vi stramaledica».

Non si può dire che il suo messaggio non sia chiaro.

Racconta De Vettor: «Tutta la zona di San Pietro in Campo ha sempre avuto problemi con l’acqua. Molti si sono arrangiati per conto proprio con l’autoclave (sistema per aumentare la pressione dell’acqua, ndr.) ma questo provoca nelle condotte dei vuoti d’aria e dei colpi che danneggiato le tubature. C’è un pozzetto a cento metri da casa, dove hanno misurato la pressione dell’acqua che è bassissima. Quindi basta che nella casa che si trova sotto la mia verso il Piave aprano l’acqua ed io rimango senza».

De Vettor parla delle numerose visite ricevute da parte dei tecnici, prima del Comune poi del Bim.

«Si limitano a guardare il contatore, come se il problema fosse lì. E non risolvono nulla. Ho comprato e pagato i miscelatori per due volte, non è cambiato niente; intanto gli elettrodomestici si rompono, le tubature sono lesionate. E in 36 anni nessuno è riuscito a trovare la soluzione, o ha pensato di spendere soldi per mettere a posto l’acquedotto».

Come estremo tentativo di sbloccare la situazione ha deciso di incatenarsi. Per il momento ha ottenuto l’attenzione dei giornalisti e della Digos.

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