Maltempo, sono ben 110 le case colpite

Si cominciano a delineare i reali danni dopo il tornado di lunedì
Una casa danneggiata dal tornado
Una casa danneggiata dal tornado
BELLUNO. Si va definendo la fotografia del dopo-tornado. Di giorno in giorno i comuni di Ponte nelle Alpi e Farra d’Alpago raccolgono sempre più informazioni dai cittadini colpiti e si fanno le prime cifre. Più di cento case coinvolte, per un bollettino da più di tre milioni di euro. Entrambi i comuni hanno inoltrato a prefettura, Provincia e Regione la richiesta dello stato di calamità naturale.

Il conto complessivo delle case rovinate dal vortice d’aria di lunedì ha raggiunto la terza cifra: circa 110 edifici. Chi più chi meno, ma tutti i residenti nella fascia attraversata dalla tromba d’aria hanno riscontrato dei danni. Le case danneggiate Villanova sono una quarantina, tra La Secca e Cornolade Alte altre 20, a Quantin (dove è partito il fenomeno) si arriva a 50.


Le stime dei comuni fanno oscillare la forbice del danno economico dai 3 ai 4 milioni. Attilio Dal Paos, sindaco di Farra, parla di 2-3 milioni. Fulvio De Pasqual dal municipio di Ponte dice di «valutazioni prudenziali per 600-700 mila euro».


Intanto prosegue il lavoro degli uffici comunali per registrare la miriade di piccoli e grandi disagi provocati dall’evento atmosferico agli abitanti. C’è chi ha visto volar via il proprio tetto, chi solo qualche tegola. Sono stati sradicati alberi, pensiline, la cuccia del cane. I pezzi di pannelli e travi sono volati ovunque, anche fino a Cornei che dista tre chilometri da Villanova. Hanno ripostato danni tutti gli edifici coinvolti, dalle case praticamente nuove di zecca ai riìustici, da case di villeggiatura alle chiese di Quantin e di San Paolo a La Secca. I pezzi di calcinacci e comignoli sono caduti sulle auto in sosta e anche questo incide sul bilancio.


Pesanti le conseguenze per l’agricoltura della zona. Nell’area dei Coi de Pera sono state rovinate le serre e i frutteti. Anche i Comuni lamentano perdite non di poco conto: sia a Farra che nel territorio pontalpino gli impianti di illuminazione pubblica sono saltati. Delle tre famiglie di immigrati cinesi sfollate, solo una non ha trovato una sistemazione provvisoria da connazionali. Il Comune l’ha quindi ospitata nell’albergo De March di La Secca. «Cerchiamo di trovare loro un’altra sistemazione», aggiunge il sindaco De Pasqual, «perché l’attuale non è sostenibile a lungo».
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