Macello comprensoriale a rischio chiusura I gestori: «Il Comune non rinnova l’affitto»

Il parlamentare Dario Bond preoccupato per le conseguenze sul settore: «Necessario aprire subito un nuovo bando»

FELTRE

Macello comprensoriale a rischio chiusura, con ripercussioni per l’intera filiera della carne che si estenderebbero dal Feltrino a tutta la provincia, fino al Primiero da una parte e all’Alto Trevigiano dall’altra, considerando la valenza di un impianto che è unico nel Bellunese per il servizio che fornisce.

Un servizio essenziale nella filiera della produzione della carne che potrebbe interrompersi bruscamente e inaspettatamente a fine maggio, visto che il Centro macellazioni feltrine – che lo gestisce dall’aprile del 2012 – ha inviato una lettera martedì scorso ai clienti annunciando la decisione.



Nella comunicazione si sottolinea che «a causa del mancato rinnovo dell’affitto dei locali da parte dell’amministrazione comunale, ci troviamo nell’impossibilità di proseguire l’attività e pertanto costretti a prendere la decisione di cessare il servizio di macellazione e lavorazione carni a far data dal 31 maggio».

Per questioni amministrative però, aggiungono i gestori, «il servizio terminerà con il mese di aprile» e l’invito ai clienti è quello di «voler disporre eventuali saldi delle prestazioni effettuate entro la data di cessazione».

Si parla dell’unica struttura pubblica della provincia, punto di riferimento per gli allevatori e gli operatori di settore per la macellazione in forma controllata e qualificata.

C’è il mondo agricolo in fermento e a lanciare l’allarme è il deputato di Forza Italia Dario Bond, al quale si sono già rivolti diversi allevatori preoccupati dal paventato stop del macello comprensoriale, che farebbe saltare tutta la filiera della carne.



La proposta del parlamentare feltrino è quella di fare una mediazione, cercando un accordo che preveda un’agevolazione nell’affitto e andando incontro ai gestori nelle spese generali, che sono molto alte.

La prima cosa da fare è «aprire subito un bando per l’aggiudicazione e la sicurezza della gestione», dice Dario Bond, preoccupato dalla prospettiva che si crei la mancanza di un servizio per tutte le aziende agricole su un’area molto vasta. Il suo è un appello a correre ai ripari prima che sia troppo tardi: «Lancio anche l’idea di fare un tavolo specifico sul macello per trovare delle soluzioni con l’amministrazione e metto la mia disponibilità anche nella ricerca di eventuali fondi che servono».

Qualcosa si sta muovendo anche nella zona della Pedemontana Trevigiana, dove l’onorevole Raffaele Baratto, già sindaco di Pederobba, si sta mobilitando per sensibilizzare i Comuni che hanno un interesse specifico.

Dietro alla lettera dei gestori c’è una situazione fatta di costi e incertezze. «La famiglia che ha gestito fino ad ora il macello, ha un attaccamento e una professionalità altissimi», sottolinea il deputato di Forza Italia Dario Bond. «Soprattutto ha un grande attaccamento alla montagna».

Il momento è delicato, considerando inoltre che ci sono in programma i lavori di adeguamento, messi in cantiere dall’amministrazione per continuare ad assicurare la piena funzionalità della struttura che proprio di recente è tornata in mano direttamente al Comune, dopo 23 anni di concessione in comodato all’Unione montana feltrina.

Bisogna considerare però la situazione contingente di difficoltà, tra spese generali e veterinarie. Un aspetto cruciale è anche quello della depurazione delle acque, perché bisogna cercare di non bloccare il depuratore dal punto di vista tecnico funzionale: una volta fermo diventa un onere invece di essere una risorsa. —



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