L’Unione montana diventa realtà già da quest’anno

AGORDO. Da Comunità a Unione montana: rifiuti, catasto, protezione civile e sociale entro fine anno, nel 2013 il resto.
Martedì pomeriggio i sindaci agordini si sono ritrovati nella sede della Comunità montana ad Agordo per discutere del futuro della stessa connesso con l'unificazione dei servizi e delle funzioni fra i Comuni. Per la vallata agordina si tratta di una tappa che porterà con sé delle modifiche al quadro amministrativo e che coinvolgerà tutti i Comuni i quali dovranno un po' alla volta unificare i vari servizi. Quanto però, in concreto, cambierà, non è ancora chiaro. Intanto, comunque, ci saranno dei costi per il passaggio da Comunità a Unione montana.
«Nel quadro della normativa nazionale e regionale», dice Luca Luchetta, «ci stiamo muovendo per andare verso la trasformazione della Comunità montana in Unione montana. In tal senso, rispettando gli obblighi sanciti dalla legge, andremo a unificare entro fine anno almeno tre funzioni fondamentali, che in gran parte oggi sono già gestite dalla Comunità montana».
«Si tratta», aggiunge Luchetta, «delle funzioni dei rifiuti, del sociale, della protezione civile e del catasto. Entro fine anno almeno tre di queste funzioni dovranno venire unificate e faranno capo all'Unione montana». Nella riunione di martedì si è parlato proprio di questo. «Abbiamo discusso», continua il presidente della Cma, «e abbiamo preparato uno schema di delibera che ogni Comune dovrà poi portare in consiglio comunale e un protocollo da seguire». Questo, dunque, per il 2012.
Durante il prossimo anno i Comuni dovranno tornare a confrontarsi perché sarà necessario unificare altre sei funzioni fondamentali. Se però le prime tre funzioni saranno associate a livello comprensoriale, i ragionamenti futuri dovrebbero avvenire per sotto ambiti (Conca Agordina, Valle del Biois, Alto Cordevole).
Ma in buona sostanza cosa cambierà? «Diciamo», spiega Luca Luchetta, «che le Unioni montane dovrebbero avere meno valenza politica e più valenza amministrativa. Insomma dovranno essere più organo esecutivo che propositivo. Il consiglio comunitario (o unitario, come forse occorrerà abituarsi a chiamarlo, ndr) sarà sempre composto da 48 persone».
Se da un lato il giudizio complessivo che Luchetta dà dell'operazione restyling lascia intuire una certa soddisfazione per il fatto che non sia stato cancellato il ruolo delle Cm, dall'altro fa capire come le aspettative fossero comunque diverse e che alcuni costi potessero essere evitati. «Certo un riordino andava fatto», dice il presidente, «credo però che il nome potesse essere salvato. Passare da Comunità a Unione comporterà delle spese...».
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