L’ultimo saluto a Gabriele «In vetta lui si sentiva bene»

In tanti hanno riempito la chiesa e la piazza antistante durante il funerale Presenti i coscritti col foulard al collo e i compagni di Comelico e Cadore 1919 



Campolongo ha dato l’ultimo saluto a Gabriele Comis. Tantissime le persone che hanno voluto accompagnare nel suo ultimo viaggio il 18enne tragicamente scomparso lunedì durante un’escursione in montagna.

Il corteo funebre è partito dall’abitazione del giovane e ha raggiunto la chiesa parrocchiale della frazione di Santo Stefano. Ai lati del carro funebre i compagni di classe e gli amici più stretti di Comis, ognuno con un mazzo di fiori in mano. Davanti a loro, con il foulard giallo intorno al collo, i suoi coscritti e numerosi alpini. Dietro i parenti più stretti e centinaia e centinaia di persone che hanno voluto mostrare la loro vicinanza alla famiglia e dare l’addio al giovane.

Tanti i ragazzi presenti, che stentavano a trattenere le lacrime, inermi e profondamente colpiti da una tragedia così grande. Anche i compagni di squadra di Gabriele, con le giacche di Cadore e Comelico, hanno voluto esserci per ricordare la sua passione per il calcio.

Nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo spazio poi alla cerimonia religiosa, con centinaia di persone che hanno assistito alla messa nella piazza di Campolongo. All’interno della piccola chiesa non c’era spazio per tutti, ma anche chi è rimasto fuori, incurante del freddo, ha seguito commosso il funerale celebrato da don Paolino Rossini. Non una parola, nessun rumore: ognuno con il proprio pensiero e il proprio ricordo di Gabriele.

«Lì in cima al monte Col», ha esordito il parroco durante la messa, «c’è una statua di bronzo della Madonna. Chiediamo che Maria abbia la grazia di guardare giù noi tutti che siamo qui riuniti per celebrare con immenso dolore questa tragica scomparsa«.

Inevitabile per i presenti porre lo sguardo proprio al monte Col, che sovrasta imperioso Campolongo e il Comelico. Quella montagna che Gabriele conosceva così bene e che il destino ha voluto se lo portasse via. Eppure anche ieri quel monte era lì con gli ultimi raggi di sole che vi fanno capolino e illuminano la piazza con la bara di Gabriele.

«Lo spirito di Gabriele è ancora vivo lassù in cima al monte», spiega con tanta commozione don Paolino durante l’omelia. «Da quella cima si vede tutto il Comelico e proprio in vetta questo ragazzo si sentiva bene. La vita è proprio come la montagna: bella ma difficile, attraente ma faticosa e rischiosa. Il fiore spezzato della giovinezza di Gabriele è un fiore che però è già rinato. Ora lui è vivo in cielo, tra quei monti. Si vedeva come amasse la montagna, e nello stesso modo amava la Madonna. Proprio recentemente Comis ha portato la statua di Maria in processione per il paese assieme ai suoi coscritti. Ora chiediamo che sia lei a portarlo nelle sue braccia».

In conclusione all’omelia la preghiera e il sostegno alla famiglia. Dopo il momento eucaristico, il locale coro Peralba, che ha accompagnato tutta la funzione, ha eseguito il canto “Signore delle cime”, un momento di profonda commozione in cui pochi sono riusciti a trattenere le lacrime.

Al termine della messa si è ricomposto il corteo funebre che ha accompagnato Gabriele al cimitero di Campolongo. Qui le ultime preghiere prima che la bara decorata con una distesa di fiori bianchi venisse sepolta. Ora il corpo di Gabriele riposa proprio sotto il Monte Col, nella sua terra, nelle sue valli. —

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi