Lo storico palazzo Gazzi a rischio crollo

FELTRE. Il rischio di crollo è concreto. E allora palazzo Gazzi, lo storicoedificio di piazza Maggiore che fino a due mesi fa ospitava il ristorante Belle Epoque subirà la settimana prossima una cura d’urgenza: un intervento con staffa e tiranti che dovranno rendere stabile il pilastro più esterno del colonnato, quello che guarda proprio verso la piazza e via Luzzo e che si presenta “spanciato” anche a un occhio poco esperto. Lavori che parallelamente dilatano i tempi per rimettere i locali sul mercato come ristorante.
In gergo si chiama intervento di somma urgenza e sarà solo il primo passa per rendere il palazzo più sicuro. Perché quella e altre crepe presenti dello stabile, si sono allargate sensibilmente rispetto al 2010 data dell’ultimo censimento dei beni di proprietà del Comune. La perizia è stata affidata all’architetto feltrino, Francesco Doglioni, esperto di edifici storici, docente allo Iuav di Venezia e competente anche in campo sismico.
L’esito della relazione ha fatto accendere la luce rossa in municipio: «L’intervento sarà immediato», afferma l’assessore ai lavori pubblici Adis Zatta, «per evitare un aggravamento delle fessure che in mancanza di risposte potrebbe seriamente compromettere la statica dell’edificio. Verificando la situazione, l’architetto Doglioni ha riscontrato che le lesioni erano aumentate rispetto agli ultimi interventi di restauro a causa di un cedimento delle fondamenta. A questo punto abbiamo deciso di agire subito per scongiurare il peggio, soprattutto considerando il traffico di veicoli presente in via Luzzo».
Il consolidamento del palazzo avverrà in due fasi: «La prossima settimana si seguiranno i lavori ritenuti indispensabili per la pubblica incolumità. Poi ci sarà una seconda fase da attuare successivamente, si spera già durante l’estate per dare un consolidamento strutturale finalizzato alla riapertura del ristorante. Se i lavori della prossima settimana avranno un costo stimato di circa cinquemila euro, molto più ingente si annuncia la somma necessaria per sanare le altre criticità: «Cercheremo la tecnica meno invasiva possibile», aggiunge l’assessore ai lavori pubblici, «tenuto conto che abbiamo a che face con un edificio di pregio storico, ma solo una stima accurata ci dirà quanto l’amministrazione dovrà spendere».
Da parte sua l’assessore Pelosio che ha seguito la partita legale e sta studiando il bando per la futura assegnazione cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: «Noi andiamo avanti con la procedura così da farci trovare pronti con il bando non appena i lavori saranno terminati».
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