Lo conosce in chat truffata di 2100 euro

BELLUNO. Si sono conosciuti in una chat per single e cuori solitari, lei aveva ricevuto anche una sua foto e sapeva che era un carabiniere, ma mai avrebbe pensato di finire truffata di 2100 euro....
PROTO : invio MV303F 12.11.05
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BELLUNO. Si sono conosciuti in una chat per single e cuori solitari, lei aveva ricevuto anche una sua foto e sapeva che era un carabiniere, ma mai avrebbe pensato di finire truffata di 2100 euro.

Una donna torinese ieri ha raccontato la sua verità al processo che vede imputato di truffa Paolo Padovan, vicentino di 52 anni (difeso dall’avvocato Pierangelo Conte): l’uomo si sarebbe fatto versare su un conto corrente di un’altra persona, 2100 euro che gli sarebbero serviti per far fronte al soggiorno in quanto di scorta a La Russa. All’epoca Padovan era un carabiniere, poi ha dovuto smettere la divisa per via dei suoi guai giudiziari di altro genere. Secondo l’accusa, in questa occasione sarebbe riuscito a truffare l’amica di chat conosciuta sul web e alla quale ieri non bastavano le lacrime, tante ne ha versate in aula davanti al giudice Riposati, raccontando quel che le è capitato. La donna, impiegata alle Poste, torinese, ha riferito di aver conosciuto Padovan sul web, di aver ricevuto una sua foto, di conoscere il suo mestiere, di essere entrata in possesso di informazioni che le facevano escludere situazioni di falsità o prese in giro. Quando le fu rivolta la richiesta di aiuto economico, tentennò un momento ma poi versò sul conto corrente che le fu fornito, due importi di 1050 euro. Soldi che l’uomo le aveva detto gli servivano per soggiornare un periodo in quanto membro della scorta di un politico.

«Mi ha detto che li avrebbe restituiti in cinque giorni ma non ho visto più niente», così ha querelato. La realtà era diventata ben diversa dopo quella querela: la donna scoprì così che il carabiniere era pure sposato. Ieri il giudice Riposati ha deciso una revisione di istruttoria, nonostante avesse invitato le parti a discutere (il pm ha chiesto 8 mesi di reclusione, la difesa l’assoluzione): trattandosi di versamenti su destinatari esteri, il giudice ha disposto la verifica dell’hard disk (sequestrato) in merito agli accessi di Padovan alla chat. Si torna in aula il 16 luglio per sentire il funzionario della Polpost.

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