L’idea di Fausti: un centro di pressaggio del legno

L’imprenditore di Vigo di Cadore vuole dar vita a una filiera tutta bellunese: «Perché demandare la lavorazione ai colleghi altoatesini e austriaci?»
Di Stefano Vietina

VIGO DI CADORE. «Un centro di pressaggio del legno nel bellunese potrebbe fornire direttamente il materiale lavorato a chi poi costruisce, sviluppando un ragionamento di filiera corta. Oggi invece siamo costretti a rivolgerci in Pusteria o in Austria. Noi saremmo particolarmente interessati a questa realizzazione e lo abbiamo dimostrato con l’adesione ai consorzi Progetto LegnoVeneto e CasaConcept, di cui facciamo parte con convinzione». Più difficile invece pensare, secondo Mario Fausti, a segherie di più grandi dimensioni, sia perché il trend è nettamente negativo (erano oltre 100 venti anni fa, sono rimaste una dozzina adesso nel bellunese) sia perché «nella vicina Austria ve ne sono alcune che hanno una capacità di taglio del legname che in un solo giorno supera quella di tutta la nostra provincia in un anno».

La Fausti legnami nasce nel 1961, da una una tipica attività boschiva gestita dal padre Angelo. «Allora, mi diceva mio padre», ricorda Mario, «i tronchi tagliati venivano trasportati ancora con i cavalli; poi ci siamo trasformati in segheria e a questa si è aggiunta successivamente la carpenteria. Che poi è diventata l’attività esclusiva, a partire dal 2004, quando abbiamo chiuso la segheria in quanto il legno massiccio ha cominciato ad avere sempre meno mercato».

È proprio un cambiamento culturale quello che è avvenuto nell'ultimo ventennio. Meno legno massiccio, appena il 20% di quello utilizzato, mentre il rimanente è lamellare, bi-lama o X-lam. «Si tratta», spiega Fausti, «di lavorazioni particolari: il 90% per cento del prodotto arriva dall’Austria, in quanto non si trovano lamellare o bilama in zona; di questo il 99% è abete ed il rimanente larice».

«Di legname noi in Cadore ne abbiamo in abbondanza, e di ottima qualità. Ma viene acquistato quasi tutto dalle ditte austriache, che poi ci danno il prodotto finito da usare per le lavorazioni. Insomma, ci lasciamo scappare una risorsa importante, proprio perché non abbiamo strutture per la prima lavorazione».

La Fausti, dunque, acquista il prodotto grezzo, sia esso trave massiccia o lamellare; successivamente sono preparati i pezzi tramite il centro taglio, sulla base del disegno tecnico. Quindi viene eseguito l’assemblaggio della struttura. «Nel caso di legno massiccio provvediamo anche alla piallatura, mentre il legno bilama o lamellare viene fornito già piallato. Con il centro taglio vengono previste le sagomature, le teste, gli incastri ed i tagli a misura. Il nostro centro taglio è l’unico operante al momento nella zona cadorina. Saremo due o tre in tutta la provincia».

Problemi? «Le attrezzature e la tecnologia hanno consentito il miglioramento e la velocizzazione del lavoro, ma sono aumentati gli adempimenti burocratici che finiscono con l’aggravare i costi di produzione. Il centro taglio è stato acquistato dal 2004 e ha rappresentato un impegno imponente, a cui si è accompagnato il costo dell’immobile, per un totale di 500 mila euro. Un investimento importante, che abbiamo ammortizzato con tanto lavoro. Ovviamente abbiamo risentito anche noi della crisi dell'edilizia e, poiché si costruisce di meno, l’attività si è spostata sulle ristrutturazioni che in questo momento ci danno commesse sufficienti per programmare l’attività».

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