“Liberato” il faggio secolare di Pradusel: ha passato indenne guerre, incendi e Vaia

Sopra la località di Róit, in comune di La Valle Agordina, sono stati tagliati, accatastati e portati via gli schianti ancora a terra sulla via per arrivarci. In azione i volontari Dolomites Heart

Gianni Santomaso
Il faggio secolare di Pradusel a La Valle Agordina
Il faggio secolare di Pradusel a La Valle Agordina

Grazie a Dolomites Heart ora si può tornare ad abbracciare il faggio secolare di Pradusèl. Sopra la località di Róit, in comune di La Valle Agordina, a 1350 metri, c’è uno degli alberi monumentali censiti in provincia di Belluno: un faggio alto circa 20 metri con una circonferenza di 4,20 che si stima possa avere tra i 250 e i 300 anni. In seguito a Vaia era diventato praticamente irraggiungibile a causa dei tanti schianti che si erano riversati lungo il sentiero impedendo agli escursionisti di avvicinarsi al maestoso albero. Da qualche giorno, però, per merito dell’opera dell’Asd Dolomites Heart, associazione sportiva impegnata nel settore della mtb, ma che ha fra i propri scopi anche la manutenzione dei percorsi boschivi, è possibile sostare a ridosso del maestoso albero.

Alcuni dei volontari che hanno partecipato all’azione di pulizia dei sentieri che portano all’antico faggio
Alcuni dei volontari che hanno partecipato all’azione di pulizia dei sentieri che portano all’antico faggio

« A Pradusèl», spiega Sandro Benvegnù di Dolomites Heart, «si può arrivare lungo la strada militare della Linea Gialla che sale verso il Monte Celo o partendo da Cancellade o dal Tornér (nei pressi dell’imbocco sud della galleria dei Castèi, ndr) e poi percorrendo un sentiero attrezzato che sale in diagonale, il “troi de la Lasta”. Tale sentiero era stato parzialmente pulito dai cacciatori e da cittadini intervenuti per riparare i danni di Vaia, ma mancava la parte finale, quella che porta al faggio».

L’input a Dolomites Heart è arrivato da Giancarlo Caldart, vicino di casa di Benvegnù. «Noi», spiega Benvegnù. «abbiamo subito accolto l’invito e coinvolto anche altre persone, tra cui i membri del Gruppo Ambiente di La Valle che, nonostante avessero già impegni, si sono liberati e hanno contribuito alla pulizia».

Una decina di persone, dunque, sono salite coi mezzi a Pradusèl e hanno tagliato gli schianti a terra, accatastando legna e ammucchiando rami.

«Pradusel», dice Benvegnù, «è un bel posto: un tempo qui si portavano le bestie a pascolare visto che sopra c’è anche l’acqua. Poi col tempo tutto si è imboschito. C’è pure un rudere per il quale il Comune pare abbia già progetti di recupero».

Taglio dopo taglio, catasta dopo catasta, il grande faggio è stato liberato.

«È un albero sopravvissuto a guerre, incendi e, per ultimo, anche a Vaia», sottolinea Benvegnù, «prima della tempesta del 2018 non era nemmeno visibile, poi era finito per non essere raggiungibile se non al prezzo di un percorso ad ostacoli. Ora abbiamo messo anche un tronco a mo’ di panchina per chi volesse sostare a riposare e ad ammirare l’albero». I programmi di Dolomites Heart, però, non dovrebbero finire qui. «Sempre in questa zona c’è un altro sentiero, che noi chiamiamo “delle trincee”», conclude Benvegnù, «la nostra intenzione è di ripulirlo anche perché si collega al percorso tra Malga Foca e Col dei Ciot sul quale il Comune vorrebbe investire affinché possa essere fruito dai ciclisti».

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