Lettere minatorie al legale della moglie e viola il foglio di via

Prima la moglie e poi anche il suo avvocato. Un calabrese avrebbe perseguitato entrambi, ma dal primo processo è uscito con un’assoluzione sentenziata dal giudice Coniglio e il secondo non c’è stato per il solo motivo che il legale di Feltre ha deciso di non presentare la querela necessaria.
Ad ogni modo, l’uomo ha violato il foglio di via che gli impediva di tornare a Feltre per un certo periodo di tempo, e un altro procedimento penale c’è, comunque. Ha un altro difensore, naturalmente, e quella di ieri mattina è stata solo l’udienza filtro, nella quale il giudice Feletto ha raccolto le liste dei testimoni da ascoltare per la formazione della prova, a cominciare da quella del pubblico ministero Rossi. Rinvio ai prossimi mesi, per iniziare a sentire le testimonianze.
Ma al di là della violazione della misura disposta dal questore, è molto interessante quello che è successo prima: «La mia colpa è stata quella di aver difeso la coniuge nel processo per atti persecutori», spiega l’avvocato di Feltre, che per ovvi motivi e anche per la presenza di figli piccoli non va riconosciuto, «una volta ottenuta l’assoluzione, ha cominciato a perseguitare anche me. Mi sono arrivate delle preoccupanti lettere minatorie, con riferimenti molto chiari ai bimbi e non sono mancati appostamenti sotto il mio studio, che non potevano passare inosservati».
Non c’è stata una querela entro i sei mesi previsti dal Codice Penale, «ma si sono mossi i carabinieri capitanati dal maresciallo Vagnozzi e il loro intervento è stato fondamentale, per ottenere il foglio di via da parte del questore di Belluno. Prima che scattasse questo provvedimento, l’uomo aveva trovato il modo anche di sfasciarmi un motorino che era custodito in un luogo evidentemente di sua conoscenza. Ho deciso di non procedere, né per lo stalking né per il danneggiamento, anche perché in famiglia nessuno sa di questa vicenda ed è giusto che continui a non sapere niente di più preciso». —
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