Le Tre Cime simbolo dei diritti umani

Dai Rem a Joan Baez, da Badawi a Kaixi, artisti e attivisti stanno appoggiando la manifestazione in programma domenica
Di Martina Reolon

AURONZO. In questi giorni tutto il mondo sta guardando Auronzo e le Tre Cime di Lavaredo. È ormai conto alla rovescia per l’evento che, alle 12 di domenica, proprio dove un secolo fa si combatté la Grande Guerra, vedrà 6 mila persone unirsi in un abbraccio simbolico per ricordare al mondo l’importanza di schierarsi dalla parte delle popolazioni civili intrappolate nei conflitti, dei più deboli, dei dimenticati, delle vittime di tortura e discriminazione e di coloro che sono privati dei diritti basilari.

E per “Le Dolomiti abbracciano i diritti umani”, organizzato da Amnesty International, Insieme si può e Art for Amnesty, stanno arrivando messaggi di adesione da personalità del mondo della cultura e dello spettacolo conosciuti a livello internazionale: l’ultimo da parte del cantante dei Rem, Michael Stipe. Ma il sostegno all’iniziativa è stato espresso, solo per citare alcuni nomi, anche da Patti Smith, Joan Baez, l’attrice iraniana Nazanin Boniadi, oltre che dalla moglie di Raif Badawi, blogger saudita condannato a dieci anni di carcere per aver espresso le proprie opinioni, e dal dissidente cinese Wu’er Kaixi.

Per tornare più vicini a noi, solidali con l’iniziativa sono Fausto De Stefani, Oscar De Pellegrin, don Luigi Ciotti, Mauro Corona. Atteso un messaggio da Papa Francesco.

«In tutto il mondo si formeranno anche delle “mini” catene umane attorno ad alcuni monumenti simbolo», sottolineano Tatiana Pais Becher, consigliere del Comune di Auronzo e project manager per Art for Amnesty, e Piergiorgio Da Rold, presidente di Insieme si può. «In contemporanea con l’evento alle Tre Cime si svolgerà quello organizzato dai rifugiati eritrei in Uganda. Ma immagini ci sono già arrivate dal Brasile, dove una catena umana ha visto protagonisti gli Indios spodestati dalle loro terre».

E ad Auronzo, sempre alle 12, una cordata di alpinisti del “The Sad Smoky Mountains”, guidati da Alberto Peruffo, accenderà dei fumogeni rossi: un segnale a sostegno del Tibet. «Ci arriveranno anche le immagini della catena umana delle donne vittime di violenza a Kabul», precisa Daniele Giaffredo di Insieme si può. Già sabato arriverà in Cadore Bill Shipsey, presidente dell'associazione Art for Amnesty. «L’obiettivo è non solo di “gridare” l’importanza del rispetto dei diritti umani», dice ancora Da Rold, «ma anche promuovere azioni concrete affinché si metta fine alle violazioni. Non a caso, il tracciato della catena sarà diviso in dieci sezioni, corrispondenti ai dieci paesi dove tuttora esistono privazioni e ingiustizie: Siria, Messico, Nigeria, Eritrea, Somalia, Afghanistan, Repubblica Popolare Cinese, Brasile, Costa d’Avorio e Uganda».

In programma ci sono anche diverse iniziative collaterali al grande abbraccio di domenica: sabato, infatti, la sala cinema Kursaal di Auronzo ospiterà alle 16.30 la prima rappresentazione del testo teatrale di Papisca, per la regia di Alessandro Rossi, “Noi, diritti umani”. A curarla saranno i ragazzi delle Scuole in rete, alla presenza dell’autore.

Tra gli ospiti anche il giornalista Rai Raffaele Crocco. Alle 21 di sabato, sempre al Kursaal, sarà presentato il documentario della sceneggiatrice americana Margaret Nagle, “The Good Lie”. Domenica, al Rifugio Auronzo alle 10, incontro “Chiedere libertà, giustizia e pace. Ovunque per chiunque”, alla presenza dei responsabili delle organizzazioni aderenti. A seguire, alle 11, un concerto della cantautrice Erica Boschiero.

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