Le scuse dell'esibizionista seriale
Manda una lettera alle sue vittime: «Non lo rifarò più» e patteggia 14 mesi

Un esibizio- nista seriale ha patteggiato dopo essersi scusato con le sue vittime
BELLUNO. Nell'ottobre del 2010, in appena due settimane, riuscì a distinguersi in tre diversi blitz a sfondo sessuale, con obiettivo giovani donne o addirittura minorenni, tanto da guadagnarsi sul campo i galloni di "esibizionista seriale".
Lui, però, pentito del suo gesto, ha preso in mano carta e penna ed ha scritto alle sue vittime una lettera di scuse. Si è dichiarato "pentito" per quanto fatto, un raptus per lui inspiegabile ed ha assicurato che simili gesti non li farà più.
Nel frattempo la giustizia ha presentato il conto a T.C., 46 anni, agordino, con un patteggiamento ad un anno e due mesi per due dei tre episodi di cui fu protagonista, quelli compiuti il 16 ottobre 2010. Per il terzo episodio, quello messo a segno il 1º ottobre, l'imputato sarà giudicato in un processo a parte, fissato a gennaio 2012. I fatti per i quali T.C. (difeso dall'avvocato Sabrina Casagrande) ha patteggiato la pena di 14 mesi risalgono, appunto, al 16 ottobre, quando già carabinieri e polizia davano la caccia ad un esibizionista che 15 giorni prima, il 1º del mese, aveva costretto tre giovani donne a "rintanarsi" in auto dopo averle seguite fino ad un parcheggio di Belluno e lì si esibì in un gesto di auto-erotismo. Quindici giorni dopo, sempre a Belluno, T.C. prese di mira quattro ragazzine, tutte minorenni. Dopo averle "pedinate", l'uomo riuscì ad allungare le mani sul fondoschiena di una delle giovani, facendole fuggire per la paura. Non contento, poche ore più tardi, T.C. seguì due ragazzine in un boschetto, sempre a Belluno.
Prima in modo discreto, poi facendosi notare. Le ragazzine, impaurite, in un primo tempo accelerarono il passo. Poi, vistesi raggiunte, iniziarono a correre con l'uomo che già si era calato i pantaloni. Entrambi gli episodi, denunciati dalle vittime quello stesso giorno, dettero un forte impulso alle indagini. La descrizione data dalle giovani concordavano tutte su una persona incensurata, che è stata ben presto identificata dagli agenti della questura e, dopo il riconoscimento, indagata a piede libero per i fatti del 1º e del 16 ottobre. Il patteggiamento per atti osceni in luogo pubblico e violenza sessuale (per la manata nel fondoschiena di una ragazzina) è avvenuto davanti al giudice delle indagini preliminari Giorgio Cozzarini. A gennaio è stato fissato, invece, il processo per atti osceni e violenza privata per i fatti del 1º ottobre quando appunto, oltre all'esibizione, costrinse alcune donne a rinchiudersi in auto per la paura.
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