Le donne conquistano l’Aeroclub di Belluno: «Volare qui è un’emozione unica»

BELLUNO. Lassù dove osano le aquile, loro pilotano ultraleggeri e aerei o si lasciano cullare dalle correnti a bordo degli alianti. Sono le donne pilota dell’Aeroclub di Belluno, una pattuglia formata da una decina di ragazze che hanno nel sangue la passione per il volo, e si sono ritagliate uno spazio importante all’interno del club. In un ambiente, quello dell’aviazione, storicamente a trazione maschile (si pensi all’aeronautica militare, che solo dal 2000 ha aperto alle donne).
«Discriminate o considerate in maniera diversa perché donne? Mai», raccontano Noemi D’Incà, Bianca Celot, Cristina Porpora, Silvia De Bon e Elena Papiano. Le “Raf”, come si sono autobattezzate: non parliamo della Royal Air Force di britannica memoria, ma “Rose Air Force”. Del gruppo fa parte anche Elisabetta Giorgi, che ieri mattina era impegnata in volo per conseguire il brevetto avanzato per ultraleggeri.
LE STORIE
Noemi D’Incà, bellunese, ha 35 anni. Prima consigliera donna dell’Aeroclub, prima donna a trainare alianti, ha gli attestati per il volo a motore e il vds (ultraleggero). Bianca Celot di anni ne ha 48, è di San Pietro di Feletto (Tv) e ha il brevetto per aliante, ultraleggero e aviazione generale. Cristina Porpora, originaria del Salento e oggi residente a Conegliano, 54 anni, sta facendo il corso vds, mentre la giovanissima (21 anni) Silvia De Bon, di Longarone, quello di aviazione generale. Pilota ultraleggeri e alianti, ed è revisore dei conti per l’Aeroclub, Elena Papiano, 53 anni di Mestre. Elisabetta Giorgi, che vive a Maserada sul Piave (Tv), a 52 anni ha il brevetto per pilotare gli ultraleggeri e sta completando il corso avanzato.
IL VOLO NEL CUORE
Per tutte, la passione per il volo è nata quando erano bambine. «Il mio animale preferito è sempre stato l’aquila, non a caso», racconta Noemi. «Ho sempre frequentato l’Aeroclub e ho iniziato i corsi nel 2007. Allora eravamo solo due donne, oggi siamo una decina». Bianca ha il marito pilota, «ma mi sembrava impossibile poter pilotare», racconta. «Mio marito ha il brevetto di volo, ma io mi sedevo sempre dietro. Fino a quando non mi hanno fatto provare l’aliante». È stato amore a primo volo. «Era il 2014. Sono scesa e ho detto: non posso vivere senza volare».
Cristina i motori ce li ha nel sangue: ha guidato i kart, è stata commissario di gara al rally del Salento. Dopo aver provato a prendere gli attestati nella sua terra, ci ha riprovato a Belluno, dal 2020: «Questo Aeroclub è riconosciuto in tutta Italia per la qualità dell’insegnamento», ricorda. Ed è il luogo migliore in cui imparare a volare, per la posizione e la possibilità di apprendere le tre specialità (aliante, aereo e ultraleggero). La formazione prevede teoria e pratica: almeno 45 ore di volo per l’aviazione generale, 16 per l’ultraleggero (base). Ci vogliono dagli otto ai dodici mesi per completare i corsi e ottenere i brevetti.
Elisabetta non sapeva ancora scrivere che già disegnava i Concorde sui fogli bianchi. La sua vista non era perfetta, e aveva abbandonato il sogno di pilotare, fino a quando non ha visto un annuncio. Sette anni fa il primo contatto con l’Aeroclub, non si è più fermata.
CONCILIARE FAMIGLIA E PASSIONE
La più giovane del gruppo, Silvia, a 8 anni voleva diventare hostess: «Volevo stare con i piedi per aria», sorride. Il primo corso l’ha iniziato a novembre 2020. E la sensazione è che sia solo l’inizio. «Mio papà mi ha trasmesso la passione, ha sempre detto che il volo a vela (su aliante, ndr) è il vero volo. Quando l’ho sperimentato ho capito quanto avesse ragione», aggiunge Elena. «Per le donne non è sempre semplice conciliare la vita, il lavoro, la famiglia, con le proprie passioni». Serve una gran forza di volontà, che queste donne hanno e trasmettono. Se serve rabboccare l’olio, si arrangiano. Se bisogna tirare fuori un aereo dall’hangar, lo fanno. Delle manutenzioni sui velivoli si occupano i meccanici, ma il motore e le strumentazioni non hanno segreti per loro.
SENSO DI LIBERTA’
C’è una parola che tutte le Raf usano quando provano a descrivere come si sentano in volo. Libertà. L’emozione è grandissima, per tutte, «anche per me che ho quasi trecento ore di volo», racconta Noemi D’Incà. «E credo non mi passerà mai». «Volare ti permette di godere delle meraviglie della natura senza limiti», aggiunge Cristina Porpora. «Quando stacchi da terra sei tu e l’aereo, provi una sensazione di libertà sconfinata».
Ma lo stupore e l’emozione non fanno mai dimenticare la responsabilità di condurre un velivolo. Volare è magia, vedi colori che da terra non noti nemmeno. Guardare il mondo dall’alto ti fa sentire piccolo e ti fa pensare: sono veramente fortunata. Ma bisogna sempre tenere alta la concentrazione, mai distrarsi in volo». Anche perché si possono incrociare le aquile, ricorda Bianca. Che si sente un po’ come loro, quando sale a bordo di un aliante. «Volare? Volare è bellissimo», conclude Elisabetta. «Ti libera la testa, non pensi più a nulla di quello che succede sulla terra. Ti senti libera».
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