Le antiche sementi bellunesi sbarcano alla Biennale di Venezia

I semi del “Ruscello” di Porcen e di Coltivare condividendo saranno piantati nell’orto nel padiglione della Città del Vaticano

Giuseppe Gris
Un evento organizzato da Coltivare Condividendo
Un evento organizzato da Coltivare Condividendo

«Il movimento Coltivare Condividendo è in crescita e ci sono importanti novità, che riguardano soprattutto i giovani». Tiziano Fantinel, referente dell’associazione, fa il punto sulla situazione del movimento dei semi rurali, che fonda il proprio agire sulla condivisione, sulla sinergia e sul finanziamento collettivo e che ora si apre sempre più ai giovani. Il tutto mentre l’associazione si prepara a sbarcare alla prossima Biennale di Venezia.

L’annuncio domenica scorsa a Fonzaso, in occasione della rassegna “Chi semina raccoglie”: «Alla prossima Biennale Architettura, il padiglione della Città del Vaticano presenterà un orto gigante nel quale verranno piantati i semi del Vivaio Biologico Il Ruscello di Porcen e i semi di Coltivare Condividendo. Insomma, le piante bellunesi sono un’opera d’arte e questo non può che renderci felici ed orgogliosi».

Quanto alla giornata di condivisione trascorsa a Fonzaso, il successo è stato notevole in termini di adesioni e partecipazione, anche grazie all’escursione pomeridiana all’eremo di San Michel.

Fantinel si dice soddisfatto: «È stata una bella giornata, molto partecipata. Abbiamo avuto l’occasione e la fortuna di conoscere nuove realtà, anche al di fuori del territorio bellunese». Per quanto riguarda il futuro, l’associazione si prepara ad un appuntamento a breve nel territorio, annuncia Fantinel. «Il 27 aprile a Mugnai ci sarà un evento dedicato principalmente ai giovani, in cui avremo modo di condividere con loro le buone pratiche della coltivazione, dare loro diversi consigli tecnici e doneremo loro dei semi, pensiamo a mezzo chilo a testa, per iniziare la loro attività. Abbiamo già raccolto una ventina di adesioni ed è un buon segnale, i giovani», conclude, «sono sempre più interessati a dedicarsi alla natura come lo facciamo noi, cioè senza pensare necessariamente a logiche di guadagno».

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