Lavori alla Spiaggia Verde di Fiames: cinque indagati

CORTINA
Spiaggia Verde: cinque indagati. Sequestrato il prefabbricato a nord di Fiames, in riva al Boite. La Procura della Repubblica indaga, tra gli altri, legale rappresentante, costruttori (due ditte)e direttore dei lavori. I reati ipotizzati sono violazioni edilizie e paesaggistiche, oltre che deposito non autorizzato; gli avvocati difensori sono tutti appartenenti al foro di Treviso. Ecco perché, nella giornata di martedì, i carabinieri forestali hanno fatto due accessi nel municipio ampezzano di Corso Italia, per acquisire documenti negli uffici del patrimonio e dell’edilizia privata. Bisognerà capire anche se il Comune abbia fatto tutto per bene, sempre su delega del sostituto procuratore Marco Faion.
Ci sono stati due interventi all’ex Lido Capo Verde, sui quali si basano le indagini. La costruzione in legno e tegole da 150 metri quadrati di superficie con sala, cucina e servizi, che funzionava come chiosco di ristoro è del 2016. La zona verso Pian de Loa è all’ingresso del Parco Dolomiti Ampezzo, pertanto è sottoposta a vincolo paesaggistico. Nel settembre dell’anno dopo, c’è un’ordinanza di ripristino dei luoghi da parte del Comune di Cortina, in quanto la casetta con il parco giochi davanti a quel luogo non può più starci. I gestori la fanno sollevare da una gru e la sistemano su due rimorchi, a poca distanza, che non si muovono da lì per un anno. La zona viene recintata, ecco perché viene contestato il deposito non autorizzato.
In seguito, parte una pratica edilizia e nel novembre dell’anno scorso viene costruita una platea un cemento, che non era prevista nel permesso a costruire. Bisognava fare qualcos’altro e, invece, grazie a questa piattaforma la struttura sarebbe diventata da provvisoria a definitiva, in quella che è stata ribattezzata Spiaggia verde. La struttura non è stata aperta, per via della stagione invernale e, a causa della neve, non è facile da raggiungere, se non si è adeguatamente attrezzati. Ma con la bella stagione l’attività di ristoro sarebbe ripresa, se non fossero intervenuti i carabinieri forestali a segnalare che qualcosa non andava.
A rilanciare la zona erano stati tre soci di Treviso: Diego Dal Cin, Filippo Del Brutto e Edoardo Paggiaro, che avevano rilevato la concessione demaniale per i prossimi dieci anni. Ma almeno per il momento la Procura della Repubblica non fa i nomi delle persone sottoposte a indagini e nemmeno delle ditte, che hanno lavorato, salvaguardando il segreto istruttorio.
Tutto fermo, almeno per i prossimi mesi, fino a quando saranno finite le indagini preliminari e non è nemmeno detto che ci sarà una riapertura immediata: tavolini all’aperto, sdraio su un arenile di sabbia finissima e all’interno tavoli per 25 persone, con la possibilità di pranzare e cenare, tra le 8 del mattino e le 11 di sera. –
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