Latteria di Polpet in cerca dei soci
Gli eredi della vecchia società saranno trovati con il passaparola

La riunione dei soci alla latteria di Polpet
PONTE NELLE ALPI.
L'obiettivo è rivitalizzarla, poichè il gruppo ancora non si è sciolto. La latteria di Polpet potrà rivivere grazie ai soci e ai loro eredi. Ecco che cosa hanno deciso i partecipanti all'assemblea di ieri mattina, convocata da un comitato per spiegare il contenuto di una sentenza del 2002. La riunione si riferiva alla sentenza n. 75 del 2002 emessa dal Tribunale di Belluno con la quale si stabilì che l'immobile che sorge in piazza Arrigo Boito, appartiene alla vecchia cooperativa. Nel salone della Cooperativa di Polpet era presente l'avvocato Maria Enrica Zanin, del foro di Belluno per fornire tutte le informazioni utili sulla «situazione di fatto e di diritto dell'immobile già sede della latteria. Giovanna Maraga, per sommi capi, all'inizio della riunione, ha fatto la cronistoria delle vicende giudiziarie che vedevano contrapposte la «Prealpina Srl» e alcuni soci della preesistente proprietà. La Prealpina si riteneva proprietaria dello stabile (due appartamenti, un negozio, il laboratorio e gli scantinati) attraverso l'usucapione (termine giuridico che indica la proprietà di un bene grazie all'uso che di esso se ne fa: il codice civile indica il possesso continuato del bene in 20 anni). La Prealpina operò per 17 anni. Si sono resi necessari otto anni per dirimire la questione e gli oppositori (pochi) dell'iniziativa legale tesa a riottenere la disponibilità dell'immobile hanno dovuto sopportare tutte le spese legali. Alcuni dei protagonisti della vertenza sono, nel frattempo, scomparsi. La Prealpina fu costituita nel novembre del 1977 e subentrò nella gestione dell'attività casearia delle preesistente latteria. Se il Tribunale avesse dato ragione alla Prealpina, molto probabilmente lo stabile sarebbe stato venduto a circa 300-400 milioni di vecchie lire (a tanto ammontava il valore dello stabile a quell'epoca, ndr.) e con il ricavato sarebbe stato ripianato il buco di bilancio. C'era anche il pericolo che, come accaduto alla latteria di Lastreghe, l'immobile andasse venduto all'asta e il ricavato finisse a Roma in un apposito fondo destinato alla cooperazione gestito dal Ministero del Lavoro. Durante l'assemblea è stato poi affrontato il problema di quali potrebbero essere i passi successivi per riportare la latteria in funzione. I «portatori di interessi» sono tanti (figli, nipoti e pronipoti) dei possessori di titoli di proprietà dell'antica società. Come rintracciarli? Cosa fare per certificare il proprio diritto? Molti eredi non vivono più a Polpet: molti sono sparsi in tutto il mondo. I convenuti si sono impegnati ad attivarsi con il «passaparola» per allargare la platea dei portatori di interessi e poter indire, tra qualche tempo, una successiva assemblea con l'obiettivo di rivitalizzare la latteria che non è stata, fortunatamente, sciolta. A questo proposito, è stato apprezzato il fatto che uno dei promotori dell'iniziativa si sia reso disponibile, il sabato pomeriggio, nell'aprire uno «sportello» per raccogliere documentazione e fornire indicazioni utili con l'obiettivo di agevolare gli eredi dell'antica latteria. Un dibattito a più voci ha concluso i lavori assembleari.
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