«L’attacco ai vertici dell’Asca è uno schiaffo alla comunità»

Luchetta, presidente dell’Unione montana, ribatte ai consiglieri di minoranza «L’amministratrice Santin lavora gratuitamente, Boito è il migliore del settore»

AGORDO. «Quelle di Savio e Ferroni su Asca sono istanze infondate, inesistenti e pretestuose e rappresentano uno schiaffo alla comunità agordina».

Lunedì sera nel consiglio dell’Unione montana agordina, il presidente Fabio Luchetta ha risposto duramente all’interrogazione presentata il 5 novembre dai consiglieri Silvano Savio (Falcade) e Vincenzo Ferroni (La Valle). Un atto con il quale i due chiedevano quali fossero le motivazioni che avevano indotto l’assemblea dei sindaci a individuare Maria Chiara Santin, proveniente dall’Azienda feltrina servizi alla persona, come amministratore unico di Asca (Azienda speciale consortile agordina).

Chiedevano anche «di chiarire la modalità di assunzione del direttore di Asca, Arrigo Boito, che in base all’articolo 19, comma 4, dello statuto deve transitare attraverso pubblico concorso, ma a noi risulta invece essere stato assunto in forma diretta».

«Il consiglio di presidenza e l’assemblea di Asca – ha detto Luchetta – ritengono assolutamente infondate, inesistenti e pretestuose le istanze avanzate dai due consiglieri e considerano l’azienda un patrimonio della comunità agordina che rischia di vedere pregiudicato il proprio valore da simili spregevoli iniziative».

Luchetta ha poi ricordato che Santin, da pensionata, svolge le proprie funzioni gratuitamente e che è stata scelta come amministratore unico «perché la complessità dell’azienda da noi istituita richiedeva e richiede che tale figura sia in possesso delle massime competenze nell’area socio-sanitaria. Nello specifico, Santin ha diretto per anni un’azienda consortile e una Spa gestendo fra l’altro i servizi agli anziani dei comuni di Feltre, Lentiai, Cesiomaggiore, Belluno e raggiungendo eccellenti risultati da tutti riconosciuti».

Luchetta ha poi spiegato che Santin ha stipulato una convenzione con l’azienda consortile Longarone/Zoldo sulla base dello statuto di Asca che promuove le collaborazioni con le altre realtà territoriali operanti nel settore. «Tale scelta – ha detto – è stata fatta in primis per la precisa volontà di affidare la direzione di Asca a Boito, considerato il miglior professionista del settore di cui poter disporre, dato che, fra l’altro, aveva già maturato un’esperienza specifica nella Rsa di Agordo, diretto una struttura di medie dimensioni come Limana, perfezionata la conoscenza dell’area con la creazione e la gestione della consortile Longarone/Zoldo. Boito, peraltro, è dipendente della suddetta azienda e riveste le funzioni di direttore generale dopo aver partecipato a una pubblica selezione».

Per Luchetta è dunque «inqualificabile la volontà di mettere qualsivoglia dubbio sulla correttezza amministrativa dell’operato di Asca, come appare evidente il tentativo di danneggiare una società nata grazie al grande impegno di tutti, fortemente voluta per garantire la continuità della governance pubblica dei servizi assistenziali e che sta dimostrando la bontà della scelta fatta con i risultati già raggiunti e gli ambiziosi obiettivi condivisi con noi».

Per il presidente Uma, infine, «lascia sgomenti che l’interrogazione sia datata 5 novembre: uno schiaffo alla comunità agordina, alle sofferenze di chi vive e lavora in questo territorio e all’istituzione che risponde ai bisogni delle persone più fragili». —

Gianni Santomaso

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