Gli ultimi spostamenti notati dai paesani prima della tragedia

Lamon: l’uomo ha percorso due volte lo “scurton”, il sentiero che collega Oltra al Ponte, prima dell’omicidio-suicidio. Quell’auto abbandonata per anni a lato strada e la moto acquistata da poco

Laura Milano
L'abitazione teatro dell'omicidio-suicidio a Lamon
L'abitazione teatro dell'omicidio-suicidio a Lamon

 

A scuola lo chiamavano “al poeta” per alludere a un temperamento riservato, un po’ criptico ma non precluso alle scherzosità dei compagni alle quali rispondeva con qualche battuta di spirito. Il 17enne che ha frequentato anche un paio di anni alle superiori per poi lasciare quella scuola, viene comunque ricordato come un ragazzo fuori del comune, con una tendenza all’isolamento nella sua casa, e molto attaccato alla sorella minore.

Nella piccola borgata di Lamon dove risiedeva con la famiglia, i paesani – che ieri si sono riuniti sgomenti nei pressi della casa dove è avvenuta la tragedia – sono concordi nell’ammettere di non sapere cosa facesse il ragazzo, se continuasse ad andare a scuola o se lavorasse da qualche parte. Perché in paese non si vedeva mai, teneva una vita riservatissima.

Un paio di anni fa i genitori si erano separati consensualmente, questo si racconta in paese, ma per ragioni di opportunità e di scarse risorse finanziarie vivevano ancora sotto lo stesso tetto. Un rapporto di quelli che si vedono spesso, con un’altalenanza di sentimenti dovuti anche al fatto di condividere dei figli. Da separati in casa, ognuno dei due poteva condurre la propria vita autonoma.

La mamma si era accompagnata a un’altra persona, sostenuta in questo da chi le vuole bene a Lamon e sostiene di sapere i sacrifici che questa donna ha fatto per dare maggiore stabilità alla famiglia e di aver cercato in tutti i modi di tenere saldo, quantomeno per il bene dei figli, anche il matrimonio.

«Prima della separazione lei si diceva esasperata dai continui tradimenti del marito tant’è che quando ha deciso di interrompere il legame coniugale eravamo quasi sollevati per lei», dicono alcune amiche della donna. «Aveva conosciuto un ragazzo di Fonzaso e da poco aveva cominciato questa relazione».

C’è però chi sospetta che il 50enne avesse un comportamento ossessivo nei confronti dell’ex moglie e in alcune circostanze aveva dato quasi l’impressione di seguirla a distanza. E ieri sarebbe stato avvistato un paio di volte, da Ponte Oltra alla borgata di Oltra sul sentiero erboso di collegamento, lo “scurton” come viene definito, e il fatto che avesse percorso questo tratto impervio invece della strada normale, non è passato inosservato. Cosa abbia spinto il gesto del padre ieri nei confronti del figlio non è dato sapere.

I paesani sanno però che i due figli con un legame molto stretto, hanno dovuto sopportare a lungo la conflittualità e il dramma di due genitori che si detestano, e rimanerne in mezzo. Uniti, fino a quando è stato possibile.

Che il padre fosse una persona un po’ eccentrica lo si sapeva.

D’altra parte quell’auto lasciata letteralmente a marcire lungo la strada della borgata per anni, senza bollo né assicurazione, senza averne la minima cura, aveva acceso, a un certo punto, anche l’attenzione del sindaco Loris Maccagnan, che l’aveva fatta multare.

E poi c’è la moto, comparsa da poche settimane.

Una Kawasaki potentissima, non si sa se nuova o di seconda mano. In ogni caso il 50enne la sfoggiava con orgoglio in paese suscitando curiosità tra il vicinato, se non altro per il rombo che si liberava ad ogni sgasata fatta con l’acceleratore.

Adesso è parcheggiata in un cortiletto sul retro dell’abitazione, protetta da un telo azzurro, segno che l’uomo ci teneva tanto che la moto non stesse sotto la pioggia.

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