L’amica in overdose nei guai per lesioni
BELLUNO. Era arrivata al pronto soccorso dell'ospedale “San Martino” di Belluno già cianotica e in arresto respiratorio. Colpa di un' overdose di eroina per la quale rischiò conconcretamente di morire. La giovane Giuseppina I., un volto noto alle forze dell’ordine bellunesi, fu salvata in extremis grazie ad un trattamento col Narcan, un farmaco antagonista degli oppiacei. Il risultato fu risolutivo in quanto in tempi brevissimi la ragazza riprese conoscenza e un paio d'ore dopo firmò la liberatoria per lasciare l'ospedale, nonostante i medici la consigliassero di rimanere ricoverata in ospedale.
Il fatto risale al 20 febbraio 2008 quando la giovane invitò nella propria abitazione Antonio Danise, 33 anni (difeso dall’avvocato Sabrina Casagrande) e Luigi Penula per mangiare una pizza. Al termine della pizza, però, i tre decisero di “farsi”. Ma la dose, evidentemente, era stata tagliata male dagli spacciatori. Giuseppina I. finì in overdose.
Per quell' overdose di eroina sono finiti nei guai Danise e Penula che si trovavano proprio con la ragazza nell'appartamento dove fu praticata quella sciagurata iniezione. Uno dei due, Penula (difeso dall’avvocato Francesco Mazzoccoli), è già uscito di scena con un patteggiamento, ma sarà testimone nel processo. Danise, invece, sarà giudicato in pubblico processo a partire dall’udienza del 16 novembre. L'accusa per Danise è di lesioni personali gravi in quanto sarebbe stato lui a fornire la dose di eroina alla giovane, già nota all'autorità giudiziaria per altri episodi legati all'uso di sostanze stupefacenti. Nel corso dell’udienza di ieri, prettamente tecnica, davanti al giudice Antonella Coniglio, nell’aula penale al primo piano del palazzo di giustizia, pubblica accusa e difesa hanno depositato le rispettive liste di testimoni.
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