L’alpagoto Facchin non ce l’ha fatta: Veneto Agricoltura va a Dell’Acqua

TAMBRE. Oscar Facchin, sindaco di Tambre, non ce l’ha fatta a conquistare la plancia di comando di Veneto Agricoltura. E Alberto Negro, commissario uscente, neppure. Il nuovo timoniere dell’agenzia regionale è una persona molto conosciuta in tutti i Comuni della provincia; dopo la tempesta Vaia si è fatto apprezzare per dinamismo d’intervento e capacità di ascolto.
Si tratta di Nicola Dell’Acqua, designato dalla Giunta Regionale quale nuovo direttore. Dell’Acqua, già a capo dell’area Tutela e sviluppo del territorio, è reduce appunto dal coordinamento dei cantieri post-Vaia.
Si sa, però, che continuerà a mantenere l’incarico di coordinatore dell’unità di crisi. Vaia, si sa, ha un anno di cantierazioni da portare a termine, forse due. E non pochi sono i problemi di messa in sicurezza soprattutto dei boschi schiantati, perché la pandemia ha rallentato se non sospeso gli interventi.
La direzione di Veneto Agricoltura è un posto ambito non solo per i 144 mila euro di appannaggio annuale, ma perché ha in organico circa 900 persone, tra le quali ben 600 forestali che, come ben sanno i bellunesi, sono di fatto le prime sentinelle del territorio.
Luca Zaia ha scelto uno dei suoi collaboratori di più stretta fiducia, fra i più apprezzati anche dall’assessore Gianpaolo Bottacin. È andato quindi sul sicuro scremando la dozzina di candidati .
Veneto Agricoltura è uno degli enti strumentali principali della Regione, per consistenza dei dipendenti e delicatezza delle funzioni, che vanno dalla ricerca applicata e sperimentazione in agricoltura, al trasferimento della conoscenza e dell’informazione, dalla gestione del demanio forestale regionale all’educazione naturalistica, dai lavori di sistemazione idraulico-forestale a sostegno dei progetti regionali, alla gestione di numerosi progetti che annualmente l’Unione Europea le affida, in quanto vincente di complessi e partecipati bandi. Non mancherà il lavoro quindi al direttore, che prenderà servizio il 4 gennaio.
Nel Bellunese appartengono al sistema regionale non solo la foresta del Cansiglio ma anche l’area wilderness di Perarolo (la Val Montina) e la foresta sperimentale nella valle di San Lucano, in Agordino. In Cansiglio dell’Acqua è atteso dal recupero dell’ex Rifugio Sant’Osvaldo, da trasformare in piccolo albergo oltre che ristorante.
La gestione Negro gli lascia in eredità anche la soluzione di alcuni annosi problemi, in particolare la sistemazione di una rete di parcheggi e, di conseguenza, anche l’introduzione, per la prima volta, di un pedaggio che disciplinerà la presenza dei villeggianti sull’altopiano. Quanto alla foresta, in Cansiglio si è conclusa da tempo la bonifica dei faggi e degli altri alberi schiantati da Vaia; dalla prossima primavera scatterà il reimpianto in quelle aree che si è deciso di non lasciare alla ricrescita spontanea del bosco.
Negro lascia dopo quattro anni e mezzo di direzione, gestione iniziata nel 2016; tramutata nel 2019 in commissariamento per l’entrata in vigore della legge regionale 24 del 28 giugno 2019. L’anno prima l’Agenzia aveva inglobato gli oltre 600 operai forestali prima in gestione ai Servizi Forestali regionali, lievitando ad oltre 800 dipendenti. Un passaggio epocale, che aveva risolto alcune questioni generali di assetto del personale. L’incarico ha durata quinquennale, quindi coerente con quella della legislatura. —
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