Lago del Mis vuoto il Parco nazionale scende in campo

Sospirolo, Fiori e Martino scrivono al ministero e agli enti «Il bacino è nell’area protetta e ospita specie tutelate»

SOSPIROLO. Il Parco nazionale Dolomiti bellunesi scende in campo con decisione dopo che in questa estate di grande siccità il lago del Mis, all’interno del territorio protetto delle Dolomiti bellunesi, è stato quasi completamente svuotato.

Per richiamare l’attenzione su questa grave crisi ambientale l’ente parco ha così inviato una nota all’Autorità di bacino del fiume Piave, alle segreterie regionali per l’ambiente e per le infrastrutture, alle Province di Belluno e di Treviso, al ministero dell’Ambiente, al Consorzio di bonifica Piave e all’Enel.

Nella nota, a firma congiunta del presidente del Parco, Benedetto Fiori, e del direttore, Nino Martino, si evidenzia che il lago non solo è incluso nel perimetro dell’area protetta, ma fa anche parte della rete Natura 2000, istituita dall’Unione europea per tutelare habitat e specie in pericolo di estinzione.

Lo specchio d’acqua, pur essendo di natura artificiale – sottolinea l’ente Parco – costituisce un ambiente di pregio del territorio bellunese sia dal punto di vista paesaggistico che naturalistico e ospita specie tutelate anche dalla normativa europea, come la trota marmorata e lo scazzone.

Inoltre il lago rappresenta uno dei pochissimi siti italiani di nidificazione dello Smergo maggiore, una grossa anatra che normalmente nidifica nel nord Europa.

«Comprendiamo le esigenze legate alle attività economiche», ha dichiarato il direttore del Parco, Nino Martino, «ma un lago, seppur artificiale, soprattutto se si trova all’interno di un Parco nazionale, deve essere adeguatamente tutelato, per garantire il rispetto della vita che ospita».

Nella nota del Parco viene anche sottolineata la necessità, già segnalata in passato, di un’attenta analisi del bilancio idrico dell'intero bacino del Piave, che include numerosi corpi idrici inclusi in diversi siti Natura 2000.

Uno dei concetti base della direttiva Cee 92/43, infatti, è che «nella gestione i siti non sono da considerarsi isolati, ma inseriti in un più ampio contesto di rete ecologica ed è possibile avviare attraverso i Piani di gestione iniziative per una loro migliore integrazione».

A questo proposito il presidente del Parco, Benedetto Fiori, ha dichiarato che «vi è la necessità di organizzare un incontro tra tutte le amministrazioni comunali della provincia di Belluno, da tenersi entro ottobre, per mettere mano e risolvere definitivamente un problema che da troppi anni affligge i nostri territori, che ogni estate vengono depredati dell’acqua, lasciando spettri fangosi al posto dei laghi».

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