Lago del Mis, non basta la bellezza selvaggia
Gianluca Da Poian / SOSPIROLO
Ci sono criticità ed aspetti da migliorare, questo è noto da tempo. Vale per la ricettività e, pensando più in generale, per l’ampliamento dei servizi da mettere a disposizione dei turisti. Detto ciò, il lago del Mis – al pari dell’omonima valle – resta comunque un patrimonio naturalistico da tutelare, senza quindi sfruttarlo in maniera sconsiderata e priva di logica. Perché, e questa rappresenta la sfida forse maggiormente complicata per gli enti che se ne occupano, a renderlo speciale è proprio il contesto quasi selvaggio che lo circonda. Un turismo eccessivo, magari poco rispettoso dello splendido ambiente, rischierebbe di far scemare il valore del sito e vanificare gli sforzi che il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi – ente responsabile della valle – e il comune di Sospirolo cercano di portare avanti.
CINQUE VELE
L’ultimo riconoscimento al lago è piuttosto recente. E ben testimonia quanto appena raccontato. Primo posto assoluto tra le località lacustri italiane, secondo “Cinque Vele”, prestigiosa classifica stilata da Legambiente e Touring Club in base a parametri ben precisi. «Purezza dell’acqua, impatto ambientale dell’uomo pari quasi a zero, inquinamento acustico e luminoso di fatto inesistente. Adesso la grande sfida è però consentire a chi arriva a visitare il lago e l’intera valle di godere di maggiori opportunità e servizi».
A dirlo è Mario De Bon, sindaco di una comunità che ama e si riconosce nella valle. Certo, alle spalle vi è una storia travagliata, dovuta a gestioni che in diverse circostanze hanno lasciato a desiderare. Nelle ultime estati, però, impossibile non avvertire l’inversione di tendenza, sino al boom degli ultimi due mesi. La fine del lockdown, con i turisti alla ricerca di vacanze e riposi brevi e soprattutto lontani dagli assembramenti, ha condotto in valle migliaia e migliaia di persone. Numeri serviti a risaltare un grande punto interrogativo, riguardante l’inesistente ritorno economico. Perché, inutile girarci attorno o fare a finta di nulla, senza introiti le conseguenze negative raddoppiano: non poter garantire quegli auspicati servizi e, soprattutto, non garantire un giro economico che porti ricchezza a Sospirolo e in generale alla Valbelluna e all’intera provincia.
MIGLIORARE E CRESCERE
Al momento, in valle, vi è un solo punto ristoro – bar, a La Soffia. Il secondo dovrebbe aprire a metà luglio, quando la nuova gestione dell’area di Pian Falcina rimetterà in moto il servizio, assieme alla possibilità di parcheggiare camper e noleggiare i bungalow.
«La valorizzazione del lago è ancora lontana dal suo massimo. Il primo passo è stato però compiuto e riguarda l’aver portato l’energia elettrica in valle. A breve, ad esempio, verranno illuminate le gallerie, che consentiranno un grande sviluppo della viabilità alternativa».
I sogni poi sono numerosi.
«Va potenziata l’accoglienza, attraverso i modelli come i B&B. Un minimo di economia serve, altrimenti per quanto bello da vedere, il nostro si trasforma in un turismo con soli oneri». E, in merito al lago vero e proprio, con l’Ente Parco e il soggetto che gestirà l’area di Pian Falcina, il sindaco De Bon auspica «di poter valutare nuove opportunità da offrire sullo specchio d’acqua del Mis. Come, ad esempio, la possibilità di noleggiare pedalò o quant’altro, previo l’ottenimento di eventuali autorizzazioni». —
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