La voce di Fiorella Mannoia per la terza volta a Belluno

Tutto esaurito per l’artista romana. «Vengo spesso in vacanza in provincia» Lo show è patrocinato dal Commissariato delle Nazioni Unite per il tema rifugiati
Di Attilio De Col
Sparvoli Conegliano concerto Fiorella Mannoia Sparvoli Conegliano concerto di Fiorella Mannoia
Sparvoli Conegliano concerto Fiorella Mannoia Sparvoli Conegliano concerto di Fiorella Mannoia

BELLUNO. Dal Sud del mondo al Teatro comunale comunale di Belluno. Tutto esaurito questa sera per Fiorella Mannoia, pronta a incantare la platea bellunese. Nella sua straordinaria carriera, è la terza volta a Belluno dell’artista romana, dopo le due esibizioni (anche allora sold out) del 16 gennaio 1995 e del 16 marzo 2001.

«Sono passati tantissimi anni - dice Fiorella - ma la provincia di Belluno la conosco bene, anche per esserci venuta molte volte in vacanza a sciare».

Il tour e l’ultimo disco trattano il tema del Sud del mondo, dal Sud Italia, all’Africa al Sud America.

«Sono sempre parti del mondo che vengono depredate e poi abbandonate a vari livelli. Lo show è più o meno quello del live e quello che sta girando l’Itralia e tratta anche il tema dei rifugiati, che meritava più di una riflessione. Durante il tour ho indossato una maglietta realizzata da Impure a sostegno dei rifugiati di tutto il mondo. Per questo abbiamo anche il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Questa sera a Belluno non ci saranno più i ragazzi del progetto Axè di Salvador de Bahia».

Come è nato l’esperimento rap con Frankie Hi-Nrg?

«Mi piace molto il rap e volevo vedere come potevano fondersi due mondi così distanti come quello e la mia musica. Ho chiamato Frankie, per chiedergli un testo sull’immigrazione. In un disco che si chiama Sud è il tema dominante. Gli immigrati vivono intorno a noi, ma sembra quasi che non ci siano. La canzone Non è un film è venuta davvero bene, ma non pensavo di dover essere io a rappare. È stato invece molto divertente e sono orgogliosa di aver vinto il premio Amnesty Italia proprio con questo brano».

Tu li usi molto, ma quanto importanti sono i social network?

«Credo che internet sia usato al 2 per cento delle sue potenzialità, mentre sarebbe un grande megafono di informazione. D’accordo usarlo per scopi ludici, ma è un modo di dare notizie che spesso le fonti ufficiali ignorano. Non sprechiamo questa possibilità».

Hai scritto un tweet l’altro giorno: “è come il gioco dell’oca si riparte dall’inizio”, ovviamente riferito a Berlusconi.

«È incredibile, stesse facce, stessa legge elettorale, magari le stesse promesse. Spero che stavolta non ci creda nessuno. Ma Berlusconi a parte, il problema è che il popolo non è più rappresentato da nessuno. Mi fa rabbia che tutti i parlamentari se la prendano con Grillo e non con sè stessi. Se Beppe prende il 20 per cento è perchè la politica ha fallito e riversa la sua fiducia su un comico».

Non si sa chi andrà al governo, ma potendo chiedere qualcosa, cosà domanderesti per la cultura in Italia?

«La cosa primaria è difendere la scuola, che fa acqua da tutte le parti. Io voterò solo chi nel programma difenderà la scuola pubblica. Da lì parte tutto e non si discute. Poi, per la cultura, basterebbe fare come negli altri paesi, incentivare e finanziare le iniziative che meritano. L’Italia è il paese più bello del mondo, dalle Alpi all’Africa, ma paradossalmente è il paese che spende meno in cultura. Potrebbe anche vivere solo di turismo, senza fabbriche. Basterebbe valorizzare tutto questo».

Sei stata una delle anime del Concerto per l’Abruzzo. Quanto è difficile far arrivare i fondi a destinazione? E per molti artisti non è solo una bella vetrina?

«Per fare bene la beneficienza bisogna andare fino in fondo, perchè altrimenti resta una partecipazione fine a sè stessa. Nel Concerto per l’Abruzzo ho gestito io personalmente i fondi e sono arrivati all’Università, le opere sono state inaugurate e finite. Ma è stata dura con la burocrazia, sono andata almeno trenta volte a l’Aquila. Per l’Emilia la gestione è in mano a Ligabue, ma io ho partecipato solo a patto di poter controllare i soldi. Tra qualche mese, dopo le vendite del dvd, vedremo di devolvere tutto alla scuola. Questo deve essere il modo giusto di partecipare a questi eventi».

Come vedi i talent show?

«Come una opportunità, visto che la musica è stata bandita da ogni tv. Si parla di musica solo lì e non è il caso di rinunciare anche a quelli, nonostante il sistema della gara non sia il massimo. Ci sono migliaia di ragazzi che partecipano ai casting, magari non saranno tutti bravi, ma gente di talento c’è sicuramente. Ad esempio Chiara, vincitrice di XFactor, ha sicuramente delle doti, così come le aveva Noemi, con cui ho collaborato».

Ad accompagnare la cantante sul palco, la band composta da: Carlo Di Francesco (percussioni, produttore artistico e arrangiamenti), Davide Aru (chitarra e arrangiamenti), Fabio Valdemarin(pianoforte), Luca Visigalli (basso), Diego Corradin (batteria), Arnaldo Vacca (percussioni), Natty Fred e Kaw Dialy Mady Sissoko (cori).

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