La stagione turistica termina con tre negozi in meno

VAL DI ZOLDO. La valle va “in letargo” dopo la chiusura della stagione ma deve fare i conti con la chiusura di tre esercizi commerciali.
Fermati gli impianti di risalita domenica scorsa (tutti gli altri avevano terminato la stagione il 31 marzo), è finita ufficialmente la stagione invernale, iniziata più tardi del previsto per la mancanza della neve. La Pasqua, quest’anno è “alta” e, mancando le prenotazioni, quasi tutti gli alberghi resteranno chiusi, salvo qualche possibile eccezione. È aperto solo l’Hotel Posta a Forno e sarà disponibile qualche affittacamere.
La valle, quindi, si è spopolata per mancanza di turisti e per i numerosi gelatieri che sono ripartiti per la stagione all’estero. Certo, si sta lavorando per programmare l’estate turistica sperando di ripetere, se non di aumentare, i numeri ottenuti con la stagione estiva del 2018.
Ma la nota negativa della stagione invernale appena terminata è stata la chiusura di tre esercizi commerciali.
A Fusine, a dicembre, ha abbassato la saracinesca l’attività per la vendita di frutta, verdura, giornali e tabacchi gestita da ottant’anni dalla famiglia Dal Mas.
A Pecol ha cessato l’attività il negozio di generi alimentari gestito negli ultimi otto anni da Rosanna Soccol.
Aperto nei primi anni Settanta, la prima gestione del negozio di frutta e verdura era stata in mano alla famiglia Della Bella. Poi la gestione dell’alimentari era passata per 12 anni ad Anita Piva, quindi per 20 anni al proprietario Eraldo De Rocco. Adesso a Zoldo Alto resta come punto di riferimento il Market Cooperativa San Vito a Mareson.
La terza chiusura avverrà domani e riguarda il negozio di abbigliamento “Al Sial” in via Roma a Forno centro, di proprietà di Corina Colussi.
Chiusa l’attività in Germania, la commerciante con la sua famiglia era ritornata in Italia. «Era il 1999», spiega Corina Colussi, «e mi ero subito convinta della bontà dell’apertura di un negozio di abbigliamento, un’attività verso la quale ritenevo di essere portata. I primi anni sono andati bene. Avevo una buona clientela ed ero appagata del lavoro e del contato con le persone. Con il passare del tempo, però, le cose son cominciate a cambiare in negativo. La gente comincia a diminuire, i giovani vanno via, i conti peggiorano sempre di più. L’ultimo anno, con la stagione di alti e bassi che c’è stata, ho capito che non valeva più la pena di continuare a portare avanti un’attività che non rende più. Sono obbligata a cercarmi un lavoro».
Non manca comunque una nota positiva: sono in via di ristrutturazione due esercizi commerciali, il bar gelateria Centrale della famiglia Cercenà a Forno centro e l’hotel Brustolon a Dont.
Inoltre a Pasqua riprenderà l’attività, con una nuova gestione, il ristorante Al Lumin a Pecol. —
Mario Agostini
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