La sfida di Beatrice al Covid: in via Carrera apre Serendipity

Belluno
La festa di inaugurazione era fissata per il 12 marzo. Il primo giorno del lockdown. Ha dovuto aspettare due mesi, Beatrice Fregona, per poter aprire Serendipity, negozio di abbigliamento all’angolo fra via Zuppani e via Carrera che ha fatto rivivere dopo il pensionamento dei precedenti titolari.
L’attività è storica e quando la Fregona ha capito che la città rischiava di perdere un altro pezzo, ha accettato la sfida. Ci ha pensato pochissimo. E da giovedì Serendipity è realtà.
Ha aperto in un momento storico in cui c’è chi si arrende. Il lockdown ha lasciato ferite sanguinanti nel tessuto imprenditoriale italiano. Ma l’entusiasmo di Beatrice Fregona non è stato minimamente scalfito dall’emergenza. «Sono serena», racconta. «Ci sono persone che hanno voglia di uscire, di tornare nei negozi. La paura non esiste».
Sorride, Beatrice Fregona, alla prima esperienza come titolare di un negozio di abbigliamento. «Nella vita faccio tutt’altro: ho un’azienda di materie plastiche a Limana», continua. «Quando ho capito che la città avrebbe perso un negozio storico come questo, mi sono lanciata».
La Fregona era cliente di “Solo moda”, così si è chiamato il negozio per anni. I titolari, ultraottantenni, hanno chiuso a novembre. Lei ha saputo qualche settimana prima la notizia: «Ho iniziato a pensare di prendere il negozio», racconta. «Mi sono detta: dai che mi dà una botta di vita. Ne ho parlato con mio marito, che ha cercato di mettermi di fronte a tutte le difficoltà che avrei incontrato. Ma dopo due settimane, una sera a cena mi ha detto: “Allora, come lo chiamiamo il negozio?”. Ovviamente lo avevo già deciso».
Serendipity, ovvero il piacere di trovare l’inaspettato. «Questo negozio ha sempre avuto un che di sorpresa. Gli abiti hanno sempre avuto uno stile particolare, che magari non traspariva dall’esterno. Con questo nome ho voluto richiamare l’anima del negozio, che è rinato». Ma il legame con il passato c’è: a servire i clienti sono Marina, la commessa degli ultimi sedici anni, e Marta, che aveva lavorato a Solo Moda nei quindici anni precedenti.
«Abbiamo tenuto gli stessi marchi, lo stesso stile, per dare continuità», conclude la Fregona. «Il negozio è stato solo illuminato». Cambiate le luci, sistemate le vetrine, imbiancate le pareti, il locale invita a farsi visitare. «Qui le persone devono sentirsi a loro agio», conclude la titolare. Pronta a lanciarsi in un’avventura che ha permesso alla città di mantenere viva un’attività che ne ha fatto la storia. —
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