«La riduzione dei buoni non è colpa delle farmacie»
BELLUNO. Non è colpa delle farmacie se sono stati ridotti i buoni per i celiaci. La presa di posizione arriva da Federfarma, che dopo il servizio di Striscia la notizia che ha denunciato la situazione offre qualche precisazione in merito ad alcune delle dichiarazioni fatte durante il filmato. Moreno Morello aveva intervistato da Belluno alcune persone affette da celiachia, che protestano contro la delibera regionale che, di fatto, abbassa il valore dei buoni con i quali i celiaci possono acquistare i prodotti senza glutine. Per averli il celiaco deve, entro fine anno, fare una visita da un dietista incaricato dall'Usl, che stabilisce il fabbisogno calorico della persona e il conseguente importo dei buoni.
A Federfarma, però, non sono piaciute alcune dichiarazioni fatte durante il servizio. Il medico ospedaliero intervistato da Striscia la Notizia sulla vendita dei prodotti senza glutine ai celiaci ha infatti parlato di “monopolio delle farmacie” come causa dei prezzi alti. «Quel medico», afferma il presidente di Federfarma Belluno, Roberto Grubissa, «era troppo preso dal tentativo di giustificare le politiche restrittive della Regione Veneto per preoccuparsi di verificare le proprie affermazioni. È vergognoso che le strutture medico-sanitarie tentino di scaricare sulle farmacie la responsabilità di un’operazione finanziaria a danno dei malati operata dalla Regione Veneto». Il taglio dei buoni ai celiaci, prosegue il presidente di Federfarma Belluno, è una conseguenza delle revisioni dei capitoli di spesa della sanità. Per quanto riguarda il cosiddetto “monopolio delle farmacie” nella vendita dei prodotti per celiaci, Grubissa ricorda che la grande distribuzione, come qualsiasi altro esercizio commerciale, può distribuire i prodotti senza glutine con onere a carico del servizio sanitario regionale. I celiaci, insomma, possono acquistare i prodotti senza glutine in qualunque supermercato, ma, come aveva spiegato Sara Quartarella, la ragazza intervistata da Morello, «il ritiro dei buoni è subordinato alla stipula di una convenzione con la Regione. Senza quella, il celiaco deve pagarsi i prodotti».
«L'ampiezza della gamma dei prodotti e la tempestività con cui vengono reperiti grazie alla rete delle farmacie (da 6 a 9 ore) è sempre orientata a garantire la massima soddisfazione del paziente», precisa però Grubissa. «La grande distribuzione non ha la varietà di alimenti offerti dalle farmacie poiché i fornitori sono ormai decine». (a.f.)
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