«La professionalità va sostenuta»
La preoccupazione dei cittadini per il bando

Gli Amici del Tib Teatro
BELLUNO.
«Non si può confondere il pluralismo con l'appiattimento». Sono 305 gli iscritti al Cat, il coordinamento dei cittadini Amici del Tib Teatro. «Non dei radical chic», precisano, «ma gente di ogni professione, dall'impiegato all'operaio, dal medico all'insegnante». Il Cat è preoccupato, perché alla progressiva perdita di esperienze, dal Filo di Arianna a Doc, ora si aggiunge Comincio dai 3, che il Tib ha realizzato per l'infanzia, portando le scuole a teatro e il teatro nelle scuole, non solo a Belluno, ma anche negli angoli alti e lontani di questa provincia. Ma potrebbe esserci di peggio: il Tib, che dal 2008 a oggi ha già perso il 75% dei contributi comunali, può solo sperare negli avanzi di bilancio, e rischia di perdere il contratto con la Fondazione Teatri. Ieri alcuni degli Amici del Tib hanno portato la loro voce a sostegno di questa impresa, che dà lavoro a tanti giovani, unica vera opportunità per i bellunesi di talento che vogliano intraprendere una carriera artistica. Il presidente del Cat, Pierluigi Trevisan, si fa portavoce del turbamento di tutti gli iscritti: «Il Tib è l'unica struttura professionale teatrale bellunese» e il punto è proprio questo: la differenza tra il, pur lodevole, volontariato da teatro amatoriale e il professionismo che raggiunge visibilità nazionale, capace di produzioni di alto livello. Per il Cat il Comune ha il dovere di sostenere il Tib: «Paghiamo le tasse, chiediamo al Comune di investire qui», rimarca Trevisan. «L'amministrazione abdica al suo ruolo e lo scarica sul volontariato», dice un iscritto e il suo pensiero vale anche per altri servizi pubblici. «Ma noi per pluralismo intendiamo una vasta offerta di progetti di alto livello, come quelli del Tib». Mai rassegnati alla cancellazione del Filo di Arianna, gli Amici del Tib citano i numeri di Comincio dai 3: 11 mila presenze in un anno, 96 scuole (dalle materne in su) coinvolte: «Le presenze di oggi si trasformano in presenze di domani, il pubblico del teatro va coltivato», anche perché i bambini, a fine spettacolo, vengono invitati a riflettere: «Imparano che possono sottoporre a domanda e verifica tutto ciò che vedono» (sarà per quello che li vogliono fermare). Insomma: «Il Cat vuole far sentire la propria voce contro scelte politiche che non privilegiano la progettualità dedicata al territorio, la cultura bellunese, il merito, la professionalità e l'esperienza al servizio del nostro teatro, della nostra città e di tutti i suoi cittadini a partire dai più piccoli». Infine il bando: «La Fondazione è un soggetto privato, non è obbligata a farlo, può scegliere un soggetto di fiducia» e Trevisan mostra l'esito di una navigazione in internet, dove si scopre che la Fondazione Atlantide Teatro stabile di Verona, afferma di essere presente anche a Belluno con quello che non è altro che il cartellone del Circolo Cultura e Stampa. «A Belluno solo Daniela Nicosia, del Tib, ha titoli e competenza per fare il direttore artistico della Fondazione, altrimenti il Circolo non dovrebbe andare in cerca di un appoggio a Verona». (i.a.)
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