La prof africana saluta: «Ciao Belun, se vedon pì veci»

BELLUNO. Da Belluno all’altra parte del mondo. Non una vacanza, ma un trasloco. Sì, perché Grass Esposti, insegnante di inglese arrivata tra le Dolomiti dall’Africa trent’anni fa, riparte. Una nuova...

BELLUNO. Da Belluno all’altra parte del mondo. Non una vacanza, ma un trasloco. Sì, perché Grass Esposti, insegnante di inglese arrivata tra le Dolomiti dall’Africa trent’anni fa, riparte. Una nuova vita, in Nuova Zelanda. Con Belluno nel cuore. Una Belluno che saluta dalle pagine del Corriere. Alla sua maniera, brillante e scanzonata. Naturalmente, un po’in italiano e un po’ in inglese. E un po’ in dialetto.

«La mia bella casa è vuota, i muri solitamente carichi di foto e ricordi sono selvaggiamente bianchi, mentre echi silenziosi si riempiono di pensieri appagati di questa parte di vita vissuta a Belluno. Arrivai a Belluno dall’ Africa nel 1983. Avevo 20 anni con il profumo e i colori della savana ancora sulla mia pelle».

«Ricordo il primo viaggio lungo il tortuoso Fadalto», prosegue la lettera dell’insegnante, «verso quello che mi sembrava il tetto del mondo, svelatosi poi una terra circondata da cime gelide, terribilmente elevate e popolata da gente poco loquace e incomprensibile. Sono ormai passati 30 anni, le cime a mio avviso rimangano sempre troppo alte, ma ora colgo la loro indiscutibile bellezza. Invece, la grande rivelazione è stata conoscere la “gente de Belun” attraverso la mia professione di insegnante semi-seria d’inglese. E qui vorrei dire a voce alta che “ghe né proprio brava zente a Belun” Non potendo elencare tutte le persone meravigliose che ho avuto il piacere di conoscere, dedico queste righe a tutti quelli che mi conoscono».

E via con una serie di complimenti in lingua inglese, inframezzati da detti bellunesi, che la prof inglese dimostra di aver assimilato assai bene.

E poi i definitivi saluti, anzi l’arrivederci, perché Grass Esposti si mostra assai legata al territorio che trent’anni fa l’ha accolta a braccia aperte: «Ora la vita mi porta verso altre terre lontane, e allora sorridente e con immenso affetto, vi dico “Arrivederci and Se vedon pì veci”. Se passate da quelle parti, vi aspetto perché casa mia sarà sempre casa vostra».

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