La procura di Ivrea sulla morte di Zoi: «Un caso anomalo»

SOSPIROLO. Saranno resi noti solo nelle prossime ore i risultati dell’autopsia eseguita ieri sul corpo di Zoi Tsirogianni, la 26enne di origini greche (nata in Germania) ma per diversi anni residente a Sospirolo, trovata morta con un coltello da cucina conficcato nel petto mercoledì sera, nel suo appartamento di via Costantino Nigra a Settimo Torinese.
A eseguire l’esame autoptico è stato il medico legale Mario Apostol, incaricato dalla Procura di Ivrea: lo stesso medico intervenuto per certificare il decesso della giovane. L’ipotesi più plausibile, secondo gli inquirenti, resta quella del suicidio, ma i carabinieri della tenenza settimese e della Compagnia di Chivasso, coordinati dal sostituto procuratore Lorenzo Boscagli, sono tornati sul luogo del ritrovamento per proseguire con i rilievi.
La giovane, i cui funerali dovrebbero tenersi proprio a Settimo Torinese, aveva frequentato l’istituto professionale “T.Catullo” di Belluno e a Sospirolo era tornata più volte negli ultimi anni per far visita al padre e ai fratelli.
A rendere subito credibile l’ipotesi di un gesto disperato alcuni elementi evidenziati dai militari dell’Arma: la porta dell’abitazione era chiusa a chiave dall’interno, tutto risultava in ordine e sul corpo della 26enne non sono stati rinvenuti segni di violenza. Nella casa, inoltre, non è stato trovato alcun messaggio che annunciasse la volontà di farla finita. La morte di Zoi Tsirogianni, stando a quanto emerso da un primo esame esterno eseguito nell’alloggio, risalirebbe ad almeno un paio di ore prima del ritrovamento, avvenuto intorno alle 19.30.
Nonostante l’ipotesi del suicidio rimanga quella più accreditata, l’abitazione resta sotto sequestro per consentire un corretto proseguio delle indagini e il “giallo” tutt’altro che risolto, come ha fatto intendere il procuratore capo della Procura di Ivrea, Giuseppe Ferrando: «L’ipotesi più probabile sulla quale stiamo lavorando è quella del suicidio, anche se si tratta di una situazione anomala. Proprio per questo, prima di archiviare il caso, attendiamo gli esiti dell’autopsia». (ma.ce.)
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