La nuova «stua» di Padola: un ecomuseo del legname

PADOLA. «Nuovi spazi per la cultura locale e per la valorizzazione del percorso storico del legname, dal Cadore a Venezia».
Così Viviana Ferrario l'architetto della Regione che ha curato i nuovi allestimenti della Stua di Padola, ha commentato i lavori durante la cerimonia di inaugurazione di sabato scorso.
In precedenza Gianluigi Topran, presidente del Consorzio Turistico Val Comelico promotore dell'intervento, aveva tracciato in sintesi la storia del manufatto che risale al 1400, salvo successive edificazioni, la cui ultima in pietra è dei primi anni del Novecento.
L'opera serviva per raccogliere il legname grazie a delle chiuse che creavano un vero lago artificiale. Poi, aperte le chiuse, le "taglie" potevano precipitare con forza nel torrente che le portava al fiume Piave e quindi alla Serenissima.
«Un grazie sentito» ha detto Topran, «va rivolto al Consorzio dei Comuni del Bim e alla Regione Veneto per i contributi finalizzati al recupero. E un grazie ai tantissimi volontari che hanno collaborato nei lavori».
Il manufatto è impreziosito anche da un’opera pittorica di Vico Calabrò che ricorda il lavoro del legno, all'interno di una piccola stanza sulla diga.
Nell'altro locale potranno tenersi esposizioni, incontri, piccoli concerti.
Il capogruppo veneto del Pdl, Dario Bond nel suo intervento di saluto si è complimentato con i promotori dell'iniziativa, ricordando la recentissima legge regionale sugli "ecomusei". Anche la Stua potrà rientrare a pieno titolo nelle previsioni della legge, in collegamento con il museo del Cidolo di Perarolo e con i Zattieri del Piave, per un ideale percorso storico del legno che dal Comelico giunge fino a Venezia.
«Nel Bellunese le tracce del rapporto tra uomo, foreste e fiume è ancora visibile non solo nelle opere idrauliche più risalenti, ma anche nella tutela di certe attività, penso solo agli zattieri del Piave», ha esordito il capogruppo Bond nel suo intervento. «Ricordo soltanto che a Codissago di Castellavazzo troviamo l’unico museo in Italia dedicato al trasporto su zattera con una raccolta completa delle attrezzature che un tempo servivano al taglio, trasporto, fluitazione fino alle segherie, segagione e costruzione delle zattere».
“Per preservare e promuovere questo rapporto la creazione di un ecomuseo potrebbe diventare una bella occasione per Comuni, associazioni e consorzi turistici. La nuova legge mette a disposizione delle risorse, dando anche la possibilità di accedere a dei bandi comunitari dedicati, ma soprattutto detta una disciplina per la valorizzazione e la promozione di queste aree anche in un contesto regionale. E tutto questo senza creare nuovi vincoli», ha puntualizzato Bond, convinto che il Bellunese debba perseguire anche una forma di turismo “soft” da affiancare a quello tradizionale.
La cerimonia è stata accompagnata dalle suggestive note classiche di Giulia Quariglio e Francesco De Monte ai violini e Lorenzo Tonon al pianoforte. I giovani molto applauditi fanno parte del Centro di Formazione Musicale cadorino "La Sorgente" diretto da Rodolfo De Rigo.
Al termine dei discorsi di saluto, il momento clou con il fatidico taglio del nastro operato da Vico Calabrò assieme a Dario Bond.
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