La morte di Zaina fu una fatalità

BELLUNO. La morte di Vasco Zaina è stata una tragica fatalità. La procura della Repubblica di Belluno ha chiuso le indagini sull’incidente avvenuto nel pomeriggio del 7 agosto del 2013 all’aeroporto di Belluno, dove Zaina si stava allenando per la Coppa del Mondo di paracadutismo. Sulla base di due consulenze tecniche e dell’evidenza dei fatti, il procuratore Pavone ha concluso che non ci sono responsabili per l’incidente e ha firmato la richiesta di archiviazione, che nelle prossime settimane passerà al vaglio del giudice per le indagini preliminari.
L’atleta 48enne di Porcia di Pordenone era un istruttore, paracadutista esperto con oltre seimila lanci all’attivo e molto conosciuto dagli appassionati bellunesi. Purtroppo quel giorno tutto andò storto e quanto successo è stato interamente documentato da un video girato da un altro atleta americano presente al Dell’Oro, video messo a disposizione della procura.
Dopo il lancio, a quota 800 metri, Zaina ha azionato il paracadute principale, ma la vela non si è aperta e l’atleta è entrato in autorotazione. Accortosi immediatamente del problema Zaina ha azionato la vela di emergenza, si presume a una quota di circa 600 metri, ma anche questa ha iniziato a ruotare violentemente, provocando l’avvitamento delle funi e rendendo impossibile l’apertura del paracadute di emergenza.
Le consulenze tecniche hanno evidenziato che la vela principale era stata ripiegata dallo stesso Zaina dopo il primo lancio eseguito la mattina di quello stesso giorno.
Il paracadute di emergenza, invece, non era stato usato, ma il “Centro verifiche ripiegamento paracadute” di Belluno ha rilevato l’assenza di malfunzionamenti a carico dei suoi componenti e quindi ha escluso la responsabilità di terzi nella mancata e scorretta apertura delle due vele.
Il medico legale, secondo consultente della procura, ha categoricamente escluso che Vasco Zaina sia stato colto da malore o da altro deficit psicofisico che gli potessero impedire di manovrare il paracadute correttamente.
Quello del malore era un dubbio sorto ai testimoni che hanno assistito alla caduta, dopo aver visto l’atleta avvitarsi su se stesso, ma in realtà la morte di Zaina sembra che sia stata solamente una tragica fatalità.(i.a.)
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