La montagna esulta: stop alla rottamazione di skilift e seggiovie

BELLUNO. Gli impianti di risalita non dovranno più essere demoliti al termine della loro vita tecnica. La scadenza, fissata dalla legge, pendeva come una spada di Damocle sulla testa delle società che gestiscono gli impianti. Ieri, però, il ministro alle Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio ha firmato il provvedimento che salva le società: in base a questo atto si supera il concetto di “vita tecnica” dell'impianto, perché, alla scadenza fissata, non scatta l’obbligo di sostituirlo. Sarà sufficiente sottoporlo a controlli, revisioni e verifiche sulle reali condizioni di sicurezza, al fine di valutare se sia ancora utilizzabile. In sostanza: se un impianto è ancora sicuro e funzionante non dovrà più essere sostituito solo perché così impone la legge.
L'Anef, associazione che riunisce gli imprenditori funiviari aderente a Confindustria, parla apertamente di «vittoria per la montagna». Quella bellunese e di tutte le regioni a statuto ordinario, visto che in Alto Adige da tempo era stata recepita la normativa europea che non prevede la demolizione di seggiovie, funivie, sciovie e skilift passati quarant'anni dalla costruzione.
Il provvedimento firmato ieri da Delrio era molto atteso. Si è cominciato a parlarne in estate, ma da ieri è legge, anche se devono ancora essere fatti i decreti attuativi e i regolamenti. In base alla legge vigente, gli impianti dovevano essere demoliti e sostituiti alla scadenza predeterminata per legge, a prescindere dalle reali ed effettive condizioni di funzionalità e sicurezza dei singoli impianti. Una norma resa obsoleta dai progressi tecnici, soprattutto in materia di sicurezza, e già superata nel resto d’Europa e anche in Alto Adige. Si trattava quindi di garantire a tutte le società le stesse condizioni, evitando distorsioni alla libera concorrenza e investimenti milionari in molti casi insostenibili.
«È il decreto che aspettavamo da anni», commenta Valeria Ghezzi, presidente nazionale di Anef, «e per il quale abbiamo lavorato con costanza e determinazione. Non posso che esprimere grande soddisfazione e ringraziare il Governo. Questo provvedimento, pur garantendo la massima sicurezza per gli utenti, eviterà di mettere in difficoltà numerose società di un comparto che, è bene ricordarlo, è essenziale allo sviluppo turistico della montagna. Stando alle statistiche europee, infatti, ogni euro di fatturato delle nostre società ne genera da cinque a sette nell’indotto (alberghi, ristoranti, scuole di sci, negozi), con effetti analoghi anche sull’occupazione: per ogni addetto degli impianti ve ne sono cinque nella filiera. Per noi è una vittoria, un’iniezione di fiducia alla vigilia della nuova stagione».
«Oltre a essere una notizia rassicurante per le nostre società», aggiunge Renzo Minella, presidente di Anef Veneto, «questo provvedimento è un motivo di orgoglio per la nostra associazione e per Confindustria Belluno Dolomiti, perché è l’esito di un percorso partito da qui, con il coinvolgimento dell’onorevole Roger De Menech e, attraverso di lui, dei rappresentanti del Governo. È una vittoria per l’intera montagna italiana, che ha visto Belluno e il Veneto da subito in prima fila».
Il provvedimento non riguarda solo l'impianto, ma anche le sue parti meccaniche: «Anche in questo caso vale il principio che dovranno essere sostituite alla scadenza di legge solo se effettivamente necessario», puntualizza Minella.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi