La madre si difende «Non ho mai scosso il mio bambino»

CADORE. «Mai scosso il mio bambino». La mamma respinge le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. Secondo i medici dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, tali da provocare al bimbo «ematoma intracranico sottodurale acuto, emorragie retiniche bilaterali ed estesa falda di ematoma subdurale spinale» per una prognosi di più di 40 giorni. E da chiamare il Tribunale dei minori. La donna ha risposto alle tante domande del pm Simone Marcon, del difensore Anna Casciarri e anche del giudice Elisabetta Scolozzi, dopo l’audizione della cognata.
Ricostruito quel 18 febbraio di due anni fa, a partire dal fatto che il piccolo si stava divertendo sul divano del salotto con il volante giocattolo di una macchina, quando la madre va in bagno, mentre sta guardando un programma tv. Il bambino cade e batte la testa sul pavimento in rovere, in una zona non coperta da cuscini. In un primo momento piange, ma sempre più piano fino a quando cambia colore e diventa cianotico, chiudendo gli occhi.
Disperata, la donna lo stringe a sé e percorre una rampa di scale con le ciabatte. Che questo basti per parlare di sindrome del bambino scosso? Lei racconta anche di aver giocato col figlio a cavalluccio e all’aeroplano e di un paio di cadute di qualche tempo prima: la prima dal letto, l’altra da un seggiolino, durante una vacanza al mare.
Si è scavato anche nella vita dell’imputata, dalla brillante laurea al suo lavoro in un panificio. E si è entrati in ospedale, dove la coppia avrebbe continuato a chiedere informazioni ai medici sugli esami, ma senza ottenere risposte. Il bambino sta bene e ha anche una sorellina. La prossima udienza sarà a novembre. g.s.)
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