La gente va di corsa tra le poche attività ancora aperte nel cuore di Belluno

Edicole, supermercato, negozi di alimentari e tabaccai.  «Siamo qui per dare un servizio, ma lavorare così è dura» 



Il silenzio è quasi surreale. Alle quattro del pomeriggio Belluno è una città quasi spettrale: i negozi sono quasi tutti chiusi, in giro non si vede anima viva. C’è il sole a scaldare l’aria, ma si avverte una sensazione di disagio a camminare sul liston, o sotto i portici con le vetrine dei negozi e dei locali spente. Sono pochi gli esercizi aperti: l’edicola di piazza dei Martiri, i tabaccai, i negozi di generi alimentari, dove i clienti entrano con la mascherina, acquistano velocemente quello che devono e escono, cercando di non toccare nulla più di quello che devono e stando lontani il più possibile dalle altre persone.



alimentari

Non tutti sono ligi al dovere e ieri mattina al supermercato di piazza dei Martiri le cassiere hanno avuto il loro bel daffare per invitare i clienti a non stare troppo vicini. Molti sono andati nel punto vendita per la pausa pranzo, per farsi fare un panino o per acquistare qualcosa di pronto: bar e ristoranti sono chiusi, e chi non si è attrezzato portandosi qualcosa da casa ha risolto in questo modo.

Ieri mattina c’erano anche parecchi anziani, nonostante il supermercato effettui anche servizio a domicilio: basta telefonare entro le 10 al numero 0437 942000 per avere la spesa a casa.

Anche La Mela frutta e verdura consegna la spesa a domicilio e ieri mattina il camioncino ha girato ininterrottamente. «Trovo che il provvedimento preso sia tardivo, bisognava chiudere tutto due settimane fa», commenta Andrea Dal Pont. «L’emergenza è stata sottovalutata all’inizio, purtroppo. Noi comunque siamo operativi, diamo un servizio alle persone e ci siamo».

Edicole

Fra le poche attività aperte c’è l’edicola di piazza dei Martiri. «Il lavoro non è diminuito, le persone vengono ad acquistare il giornale e anzi, pure più di prima», spiega Lorena De Zaiacomo. «C’è voglia di informarsi, di sapere. Acquistano anche giornali per bambini e ragazzi, perché comunque anche loro sono a casa e pur facendo lezione online bisogna trovare un modo per trascorrere il tempo».

Aiuta anche la Settimana enigmistica. Gli acquisti sono rapidi, a distanza dalla titolare che è comunque protetta dall’ampio espositore: «Tutti sono molto corretti, tengono le distanze di sicurezza», continua De Zaiacomo. «È strano lavorare così però. Avverto molta paura fra le persone, perché non si sa quando finirà questa emergenza. È una situazione mai vista prima».

Gli anziani hanno delegato l’acquisto dei giornali a qualche parente e qualcuno se lo fa portare a casa dalle edicolanti. «Nessuno si lamenta per le restrizioni, che vengono capite. C’è molta disciplina», conclude. «Noi ci sentiamo utili, diamo un servizio, ma non è semplice lavorare così. Manca la socialità. Cerchiamo di viverla con positività, però, sappiamo che sono misure prese a fin di bene».



Tabacchi

Con la piazza deserta è crollato il lavoro dei tabaccai. «Le persone stanno in casa, chi viene è molto educato e aspetta fuori se all’interno c’è già un cliente», dicono dalla rivendita di piazza dei Martiri. Che vuole lanciare un messaggio di positività: «Supereremo questa emergenza, sopportiamo queste settimane, possiamo farcela».

Diego Pilat, in piazza Vittorio Emanuele II, fa entrare un cliente per volta. «Si avverte tensione, ma dobbiamo pensare che ce la faremo, che ne usciremo», dice. «Lavoriamo con il sorriso e diamo un servizio ai cittadini anche cercando di farli stare sereni in questa fase difficile. Sono convinto che ne usciremo rafforzati», conclude. —


 

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