La frana di Paradisi riprende a muoversi

Ponte nelle Alpi. Mansotti: «La Provincia sta monitorando e la strada si farà con l’Unione montana»

PONTE NELLE ALPI. La frana cammina di nuovo. Lo dicono le sentinelle: i paletti hanno ricominciato a spostarsi in valle di San Piero e i sensori non si perdono un respiro di quella massa di materiale, che sta scivolando lungo il versante destro, dalla notte tra il 29 e il 30 marzo in poi. Sono tra i 150 e i 200 mila metri cubi, che interessano la località Paradisi-Cassani, sopra la frazione pontalpina di Arsiè. Quattro in tutto le persone che abitano lassù - due indigeni e altrettante pendolari con il Padovano - e cominciano a essere esasperate: è passato più di un mese e non hanno certezze su quello che succederà.

Una stradina silvo-pastorale ci sarebbe già ed è percorribile con mezzi fuoristrada. Un’altra più comoda è allo studio dell’Unione montana Bellunese. Tra Ponte e Pieve d’Alpago, il comune più coinvolto è il primo: «La Provincia è impegnata nel monitoraggio della frana», spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Denis Mansotti, «quando l’ente di palazzo Piloni sarà in grado di quantificare, con una certa precisione, la massa in movimento, allora si potranno fare scelte più definitive. Conosciamo i disagi che devono fronteggiare queste due famiglie e possiamo confermare che l’Unione montana sta verificando la possibilità di realizzare un nuovo tragitto, in grado di collegare meglio Arsiè a Paradisi».

Poco prima di Pasqua, lo smottamento si era fermato. C’erano già stati il sopralluogo dei geologi Luca Salti e Danilo Belli e la decisione di provvedere a un’indagine statica sul ponticello sopra il torrente per capire se è adeguato o dovrà essere sostituito: «Le piogge successive hanno rimesso tutto in moto e dobbiamo per forza aspettare i risultati dell’indagine della Provincia. Non sarà possibile prendere iniziative concrete fino a quando non avremo queste indicazioni».

Gigi Sosso

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi